26 Aprile 2024
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Rinascere, riciclando

Oggi, venerdì 18 marzo, ricorre la Giornata Mondiale del Riciclo, un evento dedicato a celebrare l’importanza di una corretta differenziazione dei rifiuti e volta a facilitare lo sviluppo di un'economia circolare e di una maggiore consapevolezza e cultura del rispetto nei confronti delle risorse naturali a nostra disposizione, tutelando così il futuro del pianeta.

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Il riciclo è soprattutto un atto d’amore nei confronti della Terra, un gesto di gratitudine e rispetto per le risorse che il nostro bellissimo pianeta ci mette a disposizione. In Europa, già nel corso del XX secolo, la carenza di risorse causata dalle due guerre mondiali aveva fortemente incoraggiato la pratica del riciclo. Durante il secondo conflitto mondiale, in particolare nei paesi direttamente coinvolti, vennero inaugurate campagne di promozione ad hoc per invitare i cittadini a donare materiali di prima necessità, come i metalli, molto richiesti in periodo di guerra. Famoso, nel 1939, il caso britannico: la campagna di riciclo della carta “Paper Salvage”, obbligò i cittadini inglesi al riciclo di tale materiale per il supporto economico dei costi di guerra, in un vero e proprio atto di patriottismo. Il riciclo di carta imposto dal governo inglese, si concentrava principalmente sulla raccolta di carta a livello domestico; la carta recuperata sarebbe stata successivamente impiegata per la creazione di componenti per le mine, cartucce, porta bombe, e contenitori di proiettili.

Chiaramente, in questo periodo storico, la percezione della necessità di un sistema come la raccolta differenziata non fu immediata e si fece attendere un po’ di più. Questo in virtù del fatto che “l’usa e getta” non aveva ancora fatto la propria apparizione: nelle piccole botteghe e negozi di paese, i prodotti venivano venduti sfusi e non incartati in materiali come la plastica, prediligendo invece l’utilizzo di carta e cartone come imballaggio alternativo… biodegradabile. Così come il legno, materiale di ampia disponibilità e diffusamente utilizzato all’epoca, la carta veniva poi bruciata per il riscaldamento delle abitazioni, le quali, a loro volta, venivano disinfettate grazie all’impiego di lisciva, un detergente naturale ottenuto dalla cenere delle stufe. Insomma, un primo esempio emblematico di riciclo di materiali a regola d’arte.

In Italia, le prime leggi di regolamentazione della raccolta differenziata sono state introdotte negli anni ‘40. La legge 366 del 1941 regolava, in modo inedito, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Circa quarant’anni dopo, nel 1982, vennero invece stabiliti gli obblighi di riciclo, riuso e recupero dei rifiuti e finalmente, nel 1997, il Decreto Ronchi diventò la normativa cardine per la gestione dei rifiuti nel nostro paese. Il decreto si proponeva di normare la riduzione nella produzione dei rifiuti, incentivando le pratiche di riciclo, creando una collaborazione attiva tra cittadini, imprese e comuni, permettendo di sviluppare una coscienza ambientale solida comune.

Da allora, dopo 25 anni, di passi avanti ne sono stati fatti moltissimi.
Nel 2021 e per il terzo anno consecutivo infatti, l’Italia si è aggiudicata la prima posizione in Europa nel campo del riciclo, come rivela il terzo “Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2021”, preparato da CEN-Circular Economy Network in collaborazione con Enea.

Secondo il rapporto, la performance nazionale nel settore della produzione collegata al tema “economia circolare”, si conferma superiore rispetto alle quattro principali economie europee di Francia, Germania, Spagna, Polonia. Stando ai dati, l’Italia sarebbe in grado di creare un valore economico per unità di consumo di materia elevato, generando 3,3€ di PIL per ogni kg di risorsa consumata, a fronte di una media europea di 1,98€. Secondo i dati dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), se nel 2019 il riciclo dei rifiuti urbani si assestava al 46,9% – totalmente in linea con la media europea – la percentuale di riciclo di tutti i rifiuti è salita al 68% nel 2021, un valore nettamente superiore alla media europea (57%).

Riciclo e riuso, la seconda vita degli oggetti con l’upcycling
Non ci stancheremo mai di ribadire l’importanza (e la semplicità) di includere la sostenibilità nei gesti quotidiani. Proprio il Decreto Ronchi, che passò alla storia come la “strategia delle 5 erre” – riduzione, riuso, riciclo, raccolta e recupero – torna molto utile per comprendere la accessibilità di uno stile di vita less waste. Sono molte le idee creative che possiamo implementare nel nostro quotidiano per riutilizzare capi, oggetti e prodotti beauty per dare loro una seconda vita. Ciò è possibile grazie alla pratica dell’upcycling, secondo cui nulla si crea da zero ma tutto – dal cibo non consumato, ai capi di abbigliamento, alla cosmesi – si recupera. In fase di acquisto, cerchiamo invece di prediligere materiali riciclabili come legno, vetro, carta, cartone e tessuti limitando il più possibile l’uso – e abuso – di plastica.

Secondo la Global Recycling Foundation, infatti, la “settima risorsa” – i materiali riciclabili – consentirebbero di risparmiare oltre 700 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 con una previsione di aumento fino a 1 miliardo di tonnellate entro il 2030. E infine, come ri-utilizzare la plastica? Se opportunamente ritagliate le bottiglie e le lattine di plastica e alluminio possono trasformarsi in portaoggetti utilissimi: porta piante, elementi d’arredo di design, gioielli originali, componenti per veicoli e persino imbottiture per capi di abbigliamento.

Vaillant Italia sposa completamente la filosofia green, impegnandosi giornalmente nella lotta all’inquinamento ambientale. Ne è un esempio l’installazione di un impianto fotovoltaico da 100KW volto a coprire i consumi elettrici dell’edificio nella sede meneghina di Vaillant Group o l’eliminazione di tutta la plastica di consumo come ad esempio quella di bicchieri e bottiglie, tra le varie iniziative per ridurre la propria impronta ambientale. E ultimo, ma non per importanza, la completa digitalizzazione delle fatture ha consentito un taglio di 240 mila fogli di carta, pari ad un impatto di 7 tonnellate di CO2.