27 Aprile 2024
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pompa di calore

Una pompa di calore in condominio: dove e come si può adottarla

Climatizzare gli edifici con la massima efficienza energetica: la tecnologia delle pompe di calore può dare un impulso notevole agli obiettivi di decarbonizzazione, migliorando efficienza e vivibilità dei nostri condomini. Ne parliamo con Antonio Andricciola, product marketing manager heat pump di Vaillant Group Italia

Tempo di lettura: 4 minuti

Gli obiettivi del Green deal europeo per la decarbonizzazione dell’Unione entro il 2050 sono chiari e sfidanti (seppure meno di quello che molte associazioni e gruppi politici ambientalisti avrebbero voluto): per riuscirci si dovrà agire anche sull’efficientamento del patrimonio immobiliare europeo, responsabile del 36% delle emissioni di CO2 e del 40% del consumo energetico.

Motivo per il quale la Commissione europea ha promosso Call for Evidence, un piano d’azione per accelerare l’installazione delle pompe di calore in tutta Europa.

In questo piano di transizione, secondo il parere di Eae, l’associazione europea dei produttori di sistemi a cappotto, fondamentale sarà da una parte ridurre la domanda di energia e dall’altra accelerare il passaggio dai combustibili fossili alle energie rinnovabili.

Questo perché, spiega Eae “minore è il fabbisogno energetico di un involucro edilizio sufficientemente isolato, più si ridurranno gli sprechi e più facile sarà il passaggio alle energie rinnovabili con specifiche tecnologie e le reti di elettricità esistenti“.

Tra le tecnologie che permetteranno questa transizione le pompe di calore sembrano essere le più promettenti

L’Abc delle pompe di calore

Ma, innanzitutto, spieghiamo cos’è una pompa di calore: è un dispositivo che serve sia per il riscaldamento che per il raffreddamento degli ambienti e funziona trasferendo il calore da un’area a temperatura più bassa a un’area a temperatura più elevata, sfruttando il principio di circolazione di un fluido refrigerante.

In inverno la pompa di calore estrae il calore dall’ambiente esterno e lo trasferisce all’interno dell’edificio per riscaldarlo. Durante l’estate il processo viene invertito e la pompa di calore preleva il calore dall’interno e lo rilascia all’esterno, raffreddando l’ambiente.

La pompa di calore è, quindi, un sistema efficiente dal punto di vista energetico perché fornisce entrambe le funzioni di riscaldamento e di raffreddamento utilizzando una sola unità.

Ma si possono installare ovunque? La domanda è lecita se pensiamo soprattutto alle città dove i condomini fanno la parte da leone. È possibile dunque installare le pompe di calore anche nei condomini?

E quali sono i passi tecnici da compiere? Lo abbiamo chiesto ad Antonio Andricciola, product marketing manager heat pump di Vaillant Group Italia.

Andricciola, in tanti si domandano se è possibile installare una pompa di calore in un condominio che ha il riscaldamento centralizzato. Cerchiamo di dare indicazioni su grandezze e opportunità?

Partiamo dal presupposto che quanto dirò fa riferimento a edifici esistenti perché per le nuove costruzioni vige già praticamente l’obbligo di installare una pompa di calore al fine di soddisfare il quantitativo minimo di riscaldamento/raffrescamento e acqua calda sanitaria prodotti tramite fonti rinnovabili e previsto per legge (dlgs 199/2021).

Tornando alla domanda, è possibile installare pompe di calore in sostituzione di un generatore centralizzato, ma ciascuna situazione va valutata singolarmente.

Ci sono tanti condomini con generatori molto vecchi (per esempio caldaie a gasolio) la cui efficienza lascia a desiderare e con le pompe di calore avremmo margini di miglioramento sia per l’ambiente sia per le tasche dei condomini.

Il vincolo principale all’installazione delle pompe di calore è relativo essenzialmente a due fattori:

  1. dispersioni termiche dell’edificio: più gli edifici sono vecchi o poco isolati, più c’è la necessità di integrare tali dispersioni con altrettanta energia termica. Se moltiplichiamo questo ragionamento per tutti gli appartamenti di un condominio ci rendiamo conto che i condomini più vecchi e con un maggior numero di appartamenti sono quelli più critici, perché richiederebbero una pompa di calore di taglia molto elevata (e questo va ad influire sulla volumetria nonché sul contatore necessario ad alimentare la macchina stessa). È giusto sottolineare che “più critico” non significa “impossibile”: se si lavora sull’involucro edilizio (isolamento delle pareti) e sui terminali di emissione (optando per fancoil o pannelli radianti al posto dei radiatori), la sostituzione diventa molto più semplice, ma dall’altro lato bisogna accettare un investimento e tempi di esecuzione dei lavori maggiori
  2. fabbisogno di acqua calda sanitaria. Negli impianti centralizzati l’acqua calda sanitaria (Acs) viene stoccata in grandi accumuli per poi essere distribuita alle singole utenze. A parità di richiesta Acs le pompe di calore hanno generalmente bisogno di accumuli di volume maggiore (e con una serpentina maggiore) rispetto a quelli delle caldaie. Ciò è dovuto sia ad una questione di potenza disponibile (è più facile che le caldaie vengano sovradimensionate rispetto alla reale richiesta e dunque un accumulo più piccolo risulta sufficiente) sia per una questione di set-point (le caldaie lavorano a temperature superiori rispetto alle pompe di calore, quindi, se stocco acqua a temperatura più elevata è permesso avere un accumulo più piccolo perché il suo “contenuto energetico” rimane pressoché costante). Da notare che la aroTherm plus di Vaillant arriva fino a 75°C di mandata, una temperatura simile a quella delle caldaie

In caso di sostituzione di caldaia con pompa di calore per produzione Acs centralizzata occorre quindi verificare che ci sia sufficiente spazio installativo per il nuovo accumulo.

Vaillant può offrire per i condomini centralizzati sia soluzioni in cascata (più pompe di calore gestite simultaneamente per ottenere una maggiore potenza termica) sia soluzioni ibride (pompa di calore + caldaia), sia un mix delle due (caldaia + cascata pompe di calore).

Le soluzioni ibride, quando progettate correttamente, possono essere un buon compromesso fra maggiore efficienza e facilità di integrazione nell’impianto esistente.

In quali casi è proprio impossibile installare una pompa di calore?

Come dicevo non si può dire a priori dove non è possibile installare una pompa di calore perché entrano in gioco numerosi fattori. L’impossibilità tecnica è spesso dettata dall’assenza di spazi installativi adeguati ma potrebbero subentrare altri vincoli; ogni situazione deve essere valutata singolarmente con l’aiuto di un tecnico abilitato.

Oltre alla caldaia cosa bisogna sostituire nell’impianto esistente?

Come accennavo prima:

  • l’accumulo Acs: ma solo se anche l’Acs è centralizzata. Per esempio, alcuni condomini hanno l’impianto di riscaldamento centralizzato ma quello di produzione Acs autonomo (di solito con uno scaldabagno a gas per appartamento)
  • i terminali: aumentando il numero di elementi dei radiatori o sostituendoli con fancoil/pavimento radiante (non è obbligatorio ma consigliato)

Invece fra i componenti da integrare nell’impianto, quello più importante è il volano termico per garantire il quantitativo minimo di acqua richiesto dalla/e pompa di calore.

Il resto della componentistica eventualmente da aggiungere deve essere valutata da un tecnico abilitato previo sopralluogo sull’impianto esistente.