26 Aprile 2024
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biolago

Tuffiamoci in una piscina bio

Scopriamo le piscine biologiche, la cui acqua viene mantenuta pulita attraverso la sapiente azione naturale delle piante

Tempo di lettura: 4 minuti

Immaginiamo di nuotare in una piscina senza essere avvolti da prodotti chimici. Impossibile, è la prima cosa che viene in mente: per legge ci vuole un elemento di depurazione sintetico. E invece no: perché se ti tuffi in una biopiscina, la depurazione c’è. Solo che è naturale. Ce lo spiega bene Vera Luciani. Dal 2003 progettare biolaghi o biopiscine è diventato il suo GreenJobs.

Biolaghi e le biopiscine – precisa – sono bacini ecosostenibili di acqua dolce, ideati per la balneazione, che devono la depurazione delle acque a un trattamento biologico e meccanico, attraverso la fitodepurazione e l’uso di tecniche specifiche“.

Vere e proprie oasi naturali “alla qualità dell’acqua si aggiunge il vantaggio di un impianto naturalistico che in poco tempo diventa una vera e propria oasi per la flora, la fauna e per l’uomo, un habitat che si rigenera seguendo i naturali ritmi delle stagioni, in perfetta armonia con il paesaggio” continua l’esperta.

Presi dalla voglia di tuffarci in questo argomento abbiamo rivolto a questo bioingegnere tutte le nostre curiosità. Ecco cosa ci ha svelato.

Biopiscina o biolago: la differenza tra i due termini dove sta?

biolago

Una piscina balneabile purificata con la fitodepurazione può essere chiamata in modi diversi: biolago, biopiscina, ecopiscina, piscina biologica. Comunemente il termine biolago evoca le piscine naturali che si formano in natura e indica realizzazioni con forme libere e sinuose che si inseriscono armoniosamente nel contesto e assicurano un impatto ambientale e visivo minimo, con eccellenti risultati paesaggistici ed estetici.

Per biopiscina, invece, si intendono forme più lineari assimilabili alle piscine tradizionali, ma sempre purificate senza l’uso di cloro. In realtà, riferendomi ai miei progetti, sono sempre individualizzati e realizzati artigianalmente, con caratteristiche di unicità e un confine tra i due termini difficile da demarcare.

Si può parlare senz’altro di biopiscine quando ci si riferisce alle piscine depurate al sale, ovvero con un sistema di depurazione che non si affida alle piante acquatiche. Qui si ha un unico bacino come nelle piscine depurate al cloro, ma la purificazione è dovuta al potere disinfettante del sale e all’azione di un elettrolizzatore, ed è sufficiente un basso grado di salinità per rendere l’acqua pura.

Come avviene tutto ciò?

Il biolago o biopiscina comprende un’area di balneazione, con fondo di telo impermeabile, destinata al nuoto e al relax e una zona di fitodepurazione (circa un 30 percento dell’intera superficie), meno profonda, ricoperta di ghiaia, destinata a piante acquatiche appositamente selezionate per la rigenerazione e ossigenazione dell’acqua.

Un impianto a regola d’arte richiede l’installazione di tutta la tecnica necessaria a integrare l’azione delle piante: le prime depurano l’acqua, filtrando sostanze che provocano intorbidimento e assorbendo eventuali composti organici tossici; una pompa fa circolare l’acqua dall’area di rigenerazione alla zona di balneazione, assicurando ossigeno all’intero sistema; una o più cascatelle restituiscono un’acqua ossigenata sotto forma di piacevole e utile sorgente artificiale; gli skimmer raccolgono le impurità in superficie, mentre filtri naturali come la ghiaia completano il sistema depurativo.

Per un risultato apprezzabile sia dal punto di vista estetico che sotto il profilo funzionale e per ridurre al minimo interventi di manutenzione, l’impianto richiede prima di tutto una progettazione che tenga conto di fattori preesistenti, come la latitudine, la presenza di alberature, l’esposizione, i dislivelli, puntando all’equilibrio tra l’ambiente acquatico e quello terrestre, in una perfetta sintesi tra natura e artificio.

Ideati per la balneazione ma anche per una piacevole sosta in giardino, i biolaghi devono poter dialogare in maniera armonica con il paesaggio, per questo per la realizzazione di camminamenti, cascatelle, giochi d’acqua e trampolini preferiamo utilizzare elementi naturali come pietre e legno, a volte recuperati sul posto.

Dove è possibile progettare un biolago?

Un biolago si integra bene in ogni contesto, abitazione privata, struttura ricettiva o pubblica, dove l’intento sia di realizzare un bacino per la balneazione nel rispetto dell’ambiente e allo stesso tempo godere di un’esperienza unica e appagante, in uno specchio d’acqua che si accordi al
paesaggio valorizzandolo.

biolago

Cosa comporta dal punto di vista dell’impatto ambientale: che cosa non si spreca? Come non si inquina?

Nel biolago balneabile l’acqua non contiene sostanze chimiche né altre sostanze inquinanti ma è salubre e non comporta rischi per l’uomo e per l’ambiente anche perché contribuisce alla salvaguardia della biodiversità locale, dove non è raro vedere rondini, libellule e farfalle. Inoltre, non è necessario sostituire l’acqua all’arrivo della nuova stagione; un semplice rabbocco è sufficiente.

Un biolago non richiede in genere opere in cemento armato, lo scavo viene rifinito manualmente e l’impatto sull’ambiente circostante viene notevolmente ridotto e vengono impiegati il più possibile materiali naturali, come pietra, legno, ghiaia, piante.

Quanto può costare?

Ogni progetto è unico e creato su misura e i costi dipendono da diversi fattori come le dimensioni, la tipologia di terreno, il diverso uso di tecnica, i materiali utilizzati, le finiture e gli accessori. Possiamo dire che i costi di realizzazione oscillano in linea di massima dai 500 ai 700 euro al metro quadrato, e non si allontanano molto a quelli di una piscina tradizionale. I costi di mantenimento di un biolago sono inferiori a quelli di una piscina depurata al cloro.

Quanto è recepito in Italia questo tema?

Il concetto di biolago è nato nel Nord Europa attorno agli anni ’50 e si è evoluto nel tempo grazie a studi e sperimentazioni sul campo, adattandosi alle diverse realtà.

In Italia per molto tempo è mancata un’adeguata conoscenza sull’argomento dovuta a un pregiudizio sulla qualità dell’acqua e forse per esperienze negative dovute a realizzazioni improvvisate senza sufficienti conoscenze tecniche e botaniche.

Ma negli ultimi anni la richiesta di biolaghi e biopiscine da parte di privati è in continua crescita, dovuta a una sempre maggiore sensibilizzazione per le tematiche ambientali, a volte per ovviare ai fastidi dovuti all’aggressività del cloro sulla pelle.

Ultimamente è in aumento anche la conversione di tradizionali piscine al cloro in biolaghi, in particolare nelle strutture ricettive di campagna e resort sempre più orientati verso stili sostenibili e indirizzati a soddisfare un target di ospiti che apprezza e adotta linee comportamentali attente alla tutela del patrimonio naturale e culturale.