27 Aprile 2024
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smart city - smart grid

L’Italia alle prese con le smart grid

Secondo l'Agenzia Internazionale dell'Energia, per arrivare all'obiettivo Net Zero Emissioni 2050 gli investimenti globali nelle reti intelligenti devono più che raddoppiare fino al 2030 e passare dai circa 300 miliardi di dollari all'anno attuali a quasi 600 miliardi. Come si vede, un mercato enorme, a cui il nostro Paese può dare un contributo rilevante in termini di tecnologie e capacità di innovazione

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Per anni, le reti di distribuzione intelligenti sono state uno dei sogni più coccolati dagli ambientalisti: la posta in gioco era, ed è, il passaggio da un sistema di distribuzione dell’energia verticale, monodirezionale e basato sui fossili a uno distribuito sul territorio, alimentato da fonti rinnovabili e capace di mettere in relazione produttori di energia e consumatori della stessa.

In buona approssimazione, la transizione energetica, con tutto quello che ne consegue in termini di investimenti e scelte industriali, ristrutturazione dei mercati dell’energia e del lavoro, trasformazioni geopolitiche e dei comportamenti.

L’Italia, grazie anche ai fondi stanziati dal Pnrr, è in prima linea in questo settore: il Ministero della Transizione Ecologica ha previsto 35,8 milioni di euro per l’iniziativa Mission Innovation Smart Grid, un progetto a cui partecipano Enea, Cnr e Rse finalizzato a esplorare i modi in cui le microreti energetiche multivettore e smart potranno contribuire alla transizione energetica nel nostro Paese.

Il contributo del Cnr si focalizza in particolare sullo sviluppo di sistemi di controllo, indispensabili in vista del passaggio a un sistema energetico che integra diverse tipologie di fonti, tra cui le rinnovabili e che deve gestire accumuli elettrici e termici.

Il Cnr sta lavorando a modelli numerici di controllo di demand/response, basati anche sull’Intelligenza artificiale, per le microreti multivettore che impiegano sistemi multi-generazione, sistemi di accumulo elettrico e termico, produzione di idrogeno e carichi di natura differente. Il progetto, avviato nel maggio 2021, è ora entrato nel vivo con lo studio delle architetture e delle logiche di controllo più adatte per le microreti.

Come detto, le smart grid, anche micro, sono indispensabili per integrare le rinnovabili nel sistema energetico. Lo conferma un’analisi condotta da Hive Power, azienda che fornisce tecnologie per le reti e che ha individuato cinque tendenze in atto che andranno a consolidarsi nei prossimi anni.

Oltre all’integrazione di più fonti, diventerà sempre più importante il cosiddetto V2G: si potranno cioè sfruttare i veicoli elettrici collegati alla rete come batterie da cui prelevare energia nei momenti di grande richiesta, contribuendo così a bilanciare fluttuazioni e picchi nella domanda.

Sempre in tema di accumuli, tra calo dei costi delle batterie e politiche di incentivazione si assisterà con ogni probabilità a un aumento rilevante della domanda di queste tecnologie.

Hive Power prevede poi l’espansione dei sistemi di distribuzione locale, capaci di funzionare sia in maniera autonoma sia in connessione alla rete elettrica nazionale e di garantire una maggiore resilienza e una riduzione dei costi energetici.

È ragionevole pensare che questi sistemi si diffonderanno soprattutto nelle aree rurali e più povere, proprio grazie alla loro capacità di funzionare anche senza il supporto della rete elettrica tradizionale.

Infine, anche il settore della distribuzione dell’energia verrà rivoluzionato dall’impiego dell’Intelligenza artificiale, che verrà usata per prevedere i modelli di domanda, identificare potenziali problemi prima che si verifichino e ottimizzare il funzionamento della rete.

La stessa Hive Power usa un sistema di Intelligenza artificiale, chiamato Flexo, che analizza il meteo e la produzione da fonti rinnovabili per ottimizzare la ricarica degli elettrodomestici e dei veicoli elettrici, garantendo notevoli risparmi sui consumi e sui costi dell’energia.