Cittadini sempre più informati sulle tematiche climatiche e ambientali, ma anche sempre più preoccupati di quanto sta accadendo in Italia e nel mondo.
Ed è soprattutto l’aria che si respira a preoccupare. Lo si evince dai dati rilevati dal sondaggio La sensibilità e la preoccupazione sul tema ambiente, realizzato da Eumetra Mr a gennaio per conto di Vaillant: il 41% degli intervistati (un migliaio in tutto) considera molto o abbastanza cattiva la qualità dell’aria nel luogo di residenza.
Circa due terzi degli intervistati esprimono preoccupazione in merito ai livelli di inquinamento attualmente raggiunti, soprattutto nelle grandi città dove la percentuale di chi ritiene l’aria cattiva sale al 77%. A essere preoccupati sono soprattutto i giovani tra i 18 e i 24 anni, in particolare quelli con un più elevato grado di istruzione.
L’inquinamento dell’aria richiede interventi mirati, ma decisi nelle nostre città. “Serve una maggiore presenza di verde – afferma l’architetto/urbanista Stefano Boeri – e per fortuna la forestazione urbana riguarda ormai numerose città nel mondo Parigi, San Francisco, Londra, Pechino“. Ma anche Milano è tra le città attente: oltre a essere la città che Boeri ama di più è qui che sta dando buoni frutti il test sul campo del Bosco verticale tanto che Boeri annuncia il suo downsizing: una versione social housing del progetto.
“Gli alberi sono una tecnologia collaudata per l’assorbimento della CO2. Dobbiamo imparare a usare il verde non solo come elemento di abbellimento, ma come elemento strutturale” conclude Boeri che vorrebbe vedere piante sia dentro che fuori gli appartamenti.
Il miglioramento della qualità dell’aria è un tema sul quale anche un’azienda come Vaillant è fortemente impegnata. Il programma The Green Evolution, lo dimostra. E proprio a fine gennaio in una Milano assediata dall’inquinamento, Vaillant ha organizzato un evento intitolandolo Scegliamo l’aria pulita. La mattinata è stata dedicata alla sfida globale che le città sono chiamate ad affrontare per arginare il processo di cambiamento climatico in atto e diminuire la concentrazione di gas climalteranti nell’atmosfera.
Nel corso degli interventi, moderati dal vicedirettore di Sky Tg24 Alessandro Marenzi, hanno preso la parola Renato Mannheimer, membro del comitato scientifico Eumetra, Stefano Boeri, architetto e urbanista, Risto Linturi, futurologo, e Gherardo Magri, amministratore delegato di Vaillant Italia.
Per Magri, la call to action “scegliamo l’aria pulita” è una perfetta sintesi di quello che dovremmo fare tutti i giorni per salvare noi stessi oltre al Pianeta. “Dobbiamo pensare in modo innovativo e diverso da come abbiamo fatto finora – ha detto Magri – scegliere l’aria pulita vuol dire scegliere di cambiarla: una spinta all’azione che riguarda tutti. Non si può semplicemente cambiare fornitore però, è necessario decidere di cambiare i propri comportamenti, per migliorare il clima“.
Si tratta di un cambiamento epocale che ha bisogno della partecipazione di tutti: dai Governi alle aziende, dalle associazioni ai consumatori. Insomma, tutti devono correre ai ripari per non essere considerati fossil fools.
La definizione è del futurologo finlandese Risto Linturi, per il quale sarà l’energia solare la chiave di volta di questa green evolution ma soltanto – sembra paradossale – “aumentando i nostri consumi energetici sarà possibile innescare economie di scala che abbasseranno i costi di produzione dei pannelli solari e innescheranno una corsa all’innovazione tecnologica nel settore“.
Per Linturi è difficile forzare i cittadini ad adottare abitudini ecosostenibili chiedendo loro di pagare tasse sull’inquinamento o peggiorando il loro comfort. Ecco perché è fondamentale avviare velocemente la transizione a un’economia carbon neutral.
La situazione climatica è in cima alle preoccupazioni dei cittadini intervistati. Gli eventi ambientali, sempre più drammatici, generano infatti un forte interesse nel campione della ricerca Eumetra Mr che ci mostra come la percentuale di persone che segue con attenzione le notizie sui valori di inquinamento registrati sia dell’83%.
Tuttavia, spiega Renato Mannheimer, “gli italiani, sempre più attenti alle tematiche della sostenibilità, si mettono in gioco e hanno adottato comportamenti sostenibili; però si aspettano un forte intervento dell’amministrazione pubblica in termini di sostenibilità e ritengono che fino a questo momento, sia insufficiente“.
Tanto che il 72% degli intervistati ha mostrato una maggiore fiducia nelle aziende che nelle amministrazioni pubbliche chiedendo a gran voce – il 96% del campione, in particolare i giovani (25-34 anni) e coloro che vivono nei grandi centri urbani – un ruolo più attivo da parte delle imprese.
Uno stimolo all’azione diretta e responsabile recepito da Vaillant con il programma The Green Evolution che prevede una serie di azioni interne all’azienda ma anche nell’ambito della comunità locale in cui opera.
Internamente attraverso una trasformazione della propria sede aziendale in tema di efficienza energetica che ha permesso nel 2019 un’ottimizzazione dei consumi di energia pari a una riduzione di 18 tonnellate di CO2 prodotte.
A questo si sono aggiunte l’installazione di un impianto fotovoltaico che ha consentito di generare, sempre nel 2019, 121 MWh, coprendo gran parte dei consumi della sede milanese dell’azienda; il rinnovamento del 20% della flotta aziendale con veicoli ibridi a basso impatto; il risparmio di risorse usa e getta (carta e plastica) con una drastica riduzione dell’uso della plastica per il consumo di bevande e la digitalizzazione totale delle fatture.
Azioni che hanno permesso a Vaillant Italia di ridurre la propria impronta ecologica per un totale di 97 tonnellate di CO2, che equivalgono alle emissioni assorbite in un anno da 7.760 alberi.
Esternamente, invece, promuovendo la sostituzione dei sistemi obsoleti di riscaldamento con caldaie di ultima generazione, Vaillant calcola di essere riuscita, nel solo 2019, a permettere una riduzione di 20kt di CO2, pari all’assorbimento annuale di 1.600.000 alberi sul territorio.
Quest’anno, oltre a rinnovare il contributo per la rottamazione delle caldaie vecchie e inefficienti con l’obiettivo di limitare ulteriormente l’impatto ambientale del riscaldamento residenziale, Vaillant per ogni vecchia caldaia sostituita pianterà un albero in alcune aree protette del territorio italiano.
Per contrastare l’effetto dei gas serra non basta aggiungere nuovi alberi, ma è necessario anche proteggere quelli che già esistono. Infatti, solo gli alberi sani, floridi e di certe dimensioni sono in grado di produrre la giusta quantità di ossigeno.
Così l’azienda si è impegnata in un progetto che prevede sia la piantumazione che la tutela degli alberi in due importanti riserve naturali, il Parco del Ticino e il Parco dell’Aniene, habitat da salvaguardare per difendere la biodiversità vegetale e animale.
Insomma, passi concreti per Vaillant abituata a “diffondere comfort e benessere per tutti – fin dall’inizio della sua storia – prendendosi cura dell’ambiente e del clima, adottando una green evolution” conclude Magri.