26 Aprile 2024
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daniel lumera

Gentilezza una questione Maiuscola

Grazie all'effetto a cascata, chi è gentile dona e riceve buona vita. Ci spiega il segreto di questa semplice azione Daniel Lumera, sociobiologo e maestro di meditazione

Tempo di lettura: 3 minuti

Bisogna scriverlo con la G maiuscola: è il fattore Gentilezza, che secondo il sociobiologo Daniel Lumera è un vero e proprio toccasana sociale e civile. Una medicina per il corpo e per la mente. L’unico contagio di cui non bisogna avere paura perché capace di guarire.

Insieme a Immaculata De Vivo, docente di medicina alla Harvard Medical School e di Epidemiologia alla Harvard School of Public Health, Lumera ha scritto sul tema anche un libro pubblicato dalla Mondadori: “Biologia della Gentilezza“.

E anche lì, in copertina Gentilezza è scritta con la maiuscola. Perché è una questione importante che potrebbe risolvere tanti aspetti negativi della nostra società, tant’è che stanno sorgendo anche i Comuni Gentili, quelli che sottoscrivono il messaggio di Lumera, ovvero: “vive meglio e più a lungo chi evita i conflitti, è premuroso con gli altri, aiuta e condivide“.

Lumera è anche e maestro di meditazione: ed eccolo che “Gentilmente” risponde alle domande che gli abbiamo posto per saperne di più.

Quindi, Daniel, la Gentilezza fa bene alla salute sia di chi è gentile sia di chi la riceve. È così?

La Gentilezza non solo fa bene alla salute di chi la pratica e di chi la riceve, ma basta solo vedere una persona gentile, assistere a un atto di gentilezza – è quello che la scienza definisce come “the ripple effect”, l’effetto a cascata – affinché dentro di noi scattino tutta una serie di meccanismi biologici che ci portano alla produzione di ormoni legati al piacere e alla felicità, con un corrispondente abbassamento degli ormoni legati allo stress.

La gentilezza quindi è virale, contagiosa, così come la felicità o, di contro, la depressione: ci sono studi dell’Harvard University che hanno dimostrato come dormire accanto a una persona ottimista o felice permetta in pochi mesi che questa stessa “sintomatologia” si trasmetta dalla persona ottimista o felice all’altra persona: per questo ci possiamo contagiare di gentilezza.

Inoltre, ci sono due vie per praticare la gentilezza, una via interna, ossia meditare sulla gentilezza e una via esterna, ossia compiere atti di gentilezza; in entrambi i casi si è visto che tali pratiche hanno un impatto importante sui nostri telomeri, che sono i cappucci dei nostri cromosomi, il materiale genetico della nostra longevità e della nostra salute.

Tutto questo emerge dagli studi della professoressa Immaculata De Vivo fra le massime esperte mondiali nel settore dell’epidemiologia molecolare e della genetica del cancro.

La De Vivo ha studiato un gruppo di donne che per quattro anni hanno praticato la Loving-Kindness Meditation, la meditazione sulla gentilezza, le quali hanno riportato una lunghezza dei telomeri maggiore e una miglior conservazione degli stessi rispetto al gruppo che non praticava questo tipo di meditazione. Ciò significa che la gentilezza ha un impatto genetico e ci permette di vivere più a lungo e più sani. È una medicina naturale.

Anche le aziende potrebbero un giorno trovare un buon riscontro a essere gentile con dipendenti e clienti?

Assolutamente. C’è uno studio molto interessante di Google che ha analizzato 160 gruppi di persone con diversi parametri per determinare quale fosse il segreto per una maggiore produttività aziendale.

Il risultato di tale ricerca ha evidenziato come il segreto dei gruppi più produttivi non appartenesse ad abilità o performance individuali, ma al clima di fiducia e alla gentilezza presenti nei gruppi. Il “sentirsi a casa”, sentirsi a proprio agio crea maggiore identità aziendale e stimola a dare il meglio di sé, con un piacere dell’andare al lavoro, in quel luogo e per quell’azienda; questo l’ingrediente segreto.

La gentilezza, inoltre, è utile anche per la gestione dei conflitti, la creazione di relazioni consapevoli, il clima interpersonale… in conclusione, per la produttività aziendale la gentilezza ha un enorme beneficio in termini di salute e di relazioni, in ambito professionale e, soprattutto, esistenziale, sia nell’ambiente interno che nell’ambiente esterno.

Questo riscontro relativo alle buone pratiche di gentilezza dovrebbe spingere le aziende stesse a introdurre una formazione sulla gentilezza per capire come declinarla in comportamenti, scelte, decisioni, atti di gentilezza. La gentilezza difatti si allena, è un tratto determinato geneticamente solo in piccola parte; la buona notizia è che questo valore è un muscolo che può essere sviluppato, quindi introdurlo in azienda non solo migliora il clima, ma ha anche un impatto positivo sulla salute, crea relazioni migliori, aumenta la produttività e la performance, e ha un’incidenza positiva anche sull’identità aziendale.

Una leadership gentile è quindi una vera e propria medicina per l’intera azienda.