Si tratta, con ogni probabilità, di uno dei prossimi passaggi evolutivi della nostra specie: dalla posizione eretta, acquisita in un periodo compreso tra i 7 e i 5 milioni di anni fa, passeremo velocemente a una postura incurvata, con le spalle chiuse, un po’ ingobbiti e sempre più miopi.
Nel mondo ci sono infatti più di 15 miliardi di cellulari, l’età a cui si incomincia a usarli si abbassa sempre di più e il tempo in cui li usa cresce senza soste: combinati con i tablet, i personal computer, gli smartphone contribuiranno a trasformare i nostri corpi e le nostre capacità percettive.
Nel frattempo, però, si moltiplicano anche gli acciacchi e i malesseri legati anche alle modalità di smart working. Non tutti, infatti, hanno potuto replicare a casa una stazione di lavoro adeguata.
Così, dalla sindrome del tunnel carpale ai problemi di affaticamento degli occhi, dai dolori alla cervicale fino alle contratture a spalle e schiena, chiunque svolga un lavoro sedentario a una scrivania o usi a lungo un cellulare sa che i problemi non mancano. Anche in questo caso, però, vale la regola che prevenire è meglio che curare.
Innanzitutto, è fondamentale che l’ambiente di lavoro sia organizzato in maniera corretta: la sedia deve sostenere la parte inferiore della schiena, permettendo di assumere una posizione il più naturale possibile; sotto la scrivania non devono esserci ostacoli che impediscano di posizionare comodamente le gambe.
Tastiera e mouse devono essere sullo stesso piano e la tastiera deve essere posizionata davanti a chi scrive, con il mouse di fianco. I polsi vanno allineati agli avambracci, evitando di piegarli, in alto, in basso o lateralmente. Infine, lo schermo dev’essere in posizione centrale, e posizionato al livello degli occhi.
Fatto questo, ci sono comunque alcuni trucchi per mitigare gli effetti delle lunghe ore passate seduti. Un esercizio particolarmente efficace è quello suggerito dal Laboratorio di attività motoria adattata (Lama) dell’Università di Pavia, che suggerisce di alzare frequentemente cellulare e tablet ad altezza occhi e di eseguire qualche movimento di allungamento quando si è seduti alla scrivania.
In particolare, con la schiena e il collo diritti e allineati, anche e ginocchia flesse a 90 gradi, piedi ben posati a terra, bisogna immaginare che qualcuno effettui dolcemente una trazione verso l’alto.
Raggiunta una posizione di allungamento piacevole, questa va mantenuta per una ventina di secondi per poi ritornare alla posizione iniziale. Nel frattempo, si inspira lentamente dal naso e si espira dalle labbra socchiuse.
Ma la tecnologia, che pure ci può provocare dei fastidi, può essere di grande aiuto anche per prevenirli. È sempre il Lama che propone lo Spine 3D, un sistema di rilevamento tridimensionale che permette di monitorare anche più volte l’anno le curve della colonna e l’equilibrio per capirne l’evoluzione e valutare l’efficacia degli eventuali trattamenti.
A differenza della comune radiografia, questo tipo di analisi è privo di radiazioni, può essere ripetuto frequentemente e lo si può effettuare in strutture sanitarie, centri ospedalieri, studi di fisioterapia e podologia in tutta Italia.