Dal primo gennaio di quest’anno l’etichettatura ambientale degli imballaggi è d’obbligo. Si tratta di un piccolo passo verso una maggiore sostenibilità del packaging, che ad oggi registra ancora una percentuale di riciclo troppo bassa rispetto agli obiettivi fissati a livello europeo per il 2025 (65%) e il 2030 (70%). L’ecoetichetta nasce proprio per aiutare a raggiungere questi due obiettivi, facilitando la raccolta, il riutilizzo, il recupero e il riciclaggio dei diversi imballaggi attraverso indicazioni precise fornite ai consumatori sulle loro differenti destinazioni finali. Sulle nuove etichette i produttori sono tenuti, tra l’altro, anche a indicare la natura dei materiali utilizzati, il che assicura a tutti molta più trasparenza.
Pesanti le sanzioni per la mancata osservanza di questi obblighi che non riguardano solo gli imballaggi primari, ma anche quelli secondari e terziari. Restano, tuttavia, delle eccezioni, ad oggi rappresentate dai packaging dei farmaci a uso umano e veterinario, oltre che dai dispositivi medici e medico-diagnostici in vitro. Questo almeno fino alla pubblicazione di un nuovo decreto, che indicherà le diverse discipline attuative anche per queste categorie di prodotti.
Per quanto riguarda l’etichetta sull’imballaggio dei prodotti ad oggi obbligati a riportarla, va tenuto presente che, in alternativa, la normativa consente di rendere disponibili le stesse informazioni anche tramite canali digitali: dalle app ai QRcode, fino ai siti web. Unico, invece, il colore delle etichette in funzione degli imballaggi utilizzati: blu per la carta, marrone per l’organico, giallo per la plastica, turchese per i metalli, verde per il vetro e grigio per l’indifferenziato. Ulteriori obblighi di marcatura sono previsti per gli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile da riciclare assieme ai rifiuti organici.
I motivi che hanno portato all’ecoetichetta
I motivi che hanno spinto all’introduzione dell’ecoetichetta sono molti, tutti riportati in Gazzetta Ufficiale, lo strumento di riferimento per la diffusione delle diverse norme in vigore in Italia. Il primo di questi motivi è “la promozione della prevenzione alla fonte della quantità e della pericolosità nella fabbricazione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio, soprattutto attraverso iniziative volte a promuovere lo sviluppo di tecnologie pulite e a ridurre a monte la produzione e l’utilizzazione degli imballaggi, nonché a favorire la produzione di imballaggi riutilizzabili e il loro concreto riutilizzo”. La seconda importante motivazione citata in Gazzetta è l’incentivazione non solo del riciclaggio e del recupero di materie prime, ma anche della raccolta differenziata e dell’utilizzo di materiali riciclati. C’è, poi, una motivazione forte legata a un’economia circolare conforme al principio di ‘chi inquina, paga’: una motivazione che vuole spingere gli operatori alla cooperazione in considerazione della loro responsabilità condivisa.
Queste le informazioni obbligatorie sull’ecoetichetta:
- Tipo di imballaggio, che può essere indicato tramite descrizione o rappresentazione grafica
- Materiale usato, che può essere segnalato anche tramite codice alfanumerico
- Indicazioni per il corretto smaltimento, in cui si riporta il tipo di raccolta a cui l’imballaggio è destinato