22 aprile: buon compleanno Terra. Sulla tua torta ci sarebbero da spegnere troppe candeline. Noi ne metteremo simbolicamente 52, perché è solo dal 1970 che si festeggia l’Earth Day, una giornata dedicata alla salvaguardia del nostro Pianeta.
Il rispetto di Madre Terra è sempre più fondamentale anche per la nostra salute. Anche se a volte – chi scrive – è presa da sgomento: se non si rispettano le donne – madri anche loro – come si può pensare che le persone siano attente e rispettose verso la Terra, che in troppi ancora non percepiscono in difficoltà?
Ma poi – sempre chi scrive – si riprende subito e si dice: andiamo avanti, non molliamo e, anzi, se è possibile allarghiamo il rispetto a tutte le componenti che fanno della Terra un unicum.
Suolo, aria, acqua in primis. Seguito dal mondo vegetale e animale, ovvero dalla biodiversità. Insomma, tutto ciò che è pesantemente messo a rischio dall’azione antropocentrica.
Quindi, nella giornata della Terra per prima cosa verrebbe da dire: attenti all’umanità. Sicuramente, il declino della biodiversità è uno dei più importanti e complicati problemi ambientali che Madre Terra si trova a difendere.
La biodiversità non è un concetto semplice da comunicare: proviamo a giocare con le immagini. Se vi chiedo di descrivere con un disegno la parola biodiversità voi da dove iniziereste?
Anche per questo, forse, l’importanza e la gravità del declino della biodiversità non sono ancora ben percepiti. Con il termine biodiversità, abbreviazione di diversità biologica, s’intende la varietà della vita sul pianeta e delle relazioni che si stabiliscono tra gli esseri viventi e gli habitat.
La Convenzione sulla Diversità Biologica – spiega Ispra – distingue tre livelli in cui i milioni di piante, animali e microrganismi si organizzano: il livello dei geni, che dà vita alla diversità e all’eredità di ciascuna specie; il livello delle specie che sono parte di un ecosistema, quali farfalle, salamandre, salmoni, pioppi, querce, petunie; il livello degli ecosistemi, intesi come entità reali del mondo naturale (foreste pluviali, steppe, barriere coralline, fiumi, ghiacciai, ecc.).
I dati del Global Carbon Project ci dicono che nei suoli – nonostante decenni di pratiche di deforestazione e di agricoltura non sostenibile li abbiano resi fonti di emissioni di gas-serra verso l’atmosfera – sono immagazzinate tra 1.500 e 2.000 miliardi di tonnellate di carbonio, una quantità doppia rispetto a quella contenute nell’atmosfera (830-850) e tripla rispetto a quella nella vegetazione (450-650).
Salvare il suolo, quindi vuol dire salvare la Terra. Ma il nostro Paese sta ancora aspettando una legge che tuteli sia il suolo che la Terra. E dunque?