La casa sull’albero del futuro è biomimetica: ovvero è in perfetta simbiosi con l’albero su cui è costruita. È questa la tendenza che Paolo Scoglio, design manager dello Studio The Nest e docente di design e architettura allo Ied, ci rivela.
Una casa – o stanza – che vive e vegeta con i ritmi dell’albero: “che controlla gli apporti solari, come l’albero fa per via della fotosintesi. Che possa produrre anche cibo, proprio come fa un albero“. E che sia in grado di
purificare l’aria. Esattamente come fanno tutte le piante. Va da sé che l’architettura deve avere una modularità come l’albero – o gli alberi – cui va a convivere.
“Che sappia anche crescere imitando la sua crescita” precisa Scoglio. Avevate idea di una cosa come questa quando avete iniziato a leggere questo articolo? O pensavate alla classica casetta sull’albero che tanto si sognava di avere da bambini? Bene: sappiate che anche in questo caso la tecnologia avanza. E in giro per il mondo si possono vedere casette sugli alberi veramente innovative. E pure creative.
Così, la voglia di vivere in questi nidi di legno si intensifica: si potrebbe iniziare a provare una notte presso le strutture alberghiere che offrono questa esperienza, e poi magari decidere di costruirsi una piccola dependance.
Il top sarebbe per lavorarci in smart working. Perché sull’albero ci puoi portare poi anche il Wifi, oltre ovviamente all’elettricità. “In molti ci stanno
chiedendo di avere una Spa sull’albero” commenta Scoglio che ha per lo più come clienti strutture ricettive che offrono ai clienti l’esperienza di una stanza nature proprio perché sospesa tra i rami.
“Escluderei solo la lavatrice e la lavastoviglie” consiglia Davide Torreggiani che, smessi i panni del direttore commerciale di un’azienda sportiva, nel 2011 ha dato vita a Sull’albero, azienda che costruisce case sull’albero di tutti i colori. Che poi sarebbe meglio dire sugli alberi. Perché se è vero che oggi se ne possono costruire di grandi fino a 40 metri quadri è bene che gli alberi siano più di uno e magari anche puntellati.
Per il resto la sicurezza è al top. “La massima attenzione va fatta nei confronti del vento – spiega Torreggiani elencando alcuni consigli per scegliere il luogo adatto per costruire un nido tra i rami – Mentre, a seconda
delle specie arboree si dovrà studiare l’adattamento migliore“.
Platani, querce, faggi, conifere sono le piante che meglio si adattano – concordano i due esperti – a ospitare un alloggio che è due volte portatore di elementi di bioedilizia: il legno lamellare e quello di legno autoctono di rovere, castagno o larice è poi associato a materiali a base di canapa, sughero e scarti di lana di pecora.
Infine, fanno fede le normative urbanistiche del Comune e della Regione in cui si voglia cimentarsi a vivere in una casa sull’albero: è bene dare un occhio ai regolamenti di casa propria.