Godiamoci ancora qualche giorno di vacanza ma, la domanda che già ci ronza per la testa è: “come torneremo a lavorare in questo settembre 2021?” Tutto dipende se saremo ancora per lo più in smartworking, oppure riprenderà la buona abitudine di scambiare quattro chiacchiere durante la pausa caffè con i colleghi in carne e ossa.
In molti pensano che la doppia opzione, presenza + smartworking, sarà la strada migliore. Sempre che la propria azienda lo permetta. Il tutto per uscire da una sorta di impasse in cui molti si stanno ritrovando. Aspetti positivi a parte, lo smartworking ha sviluppato in molti italiani sintomatologie strane.
Gli specialisti di Top Doctors le paragonano a quelle associate allo stress post traumatico e, come tali, andrebbero affrontate ricorrendo all’aiuto di specialisti qualificati.
In molti in questi ultimi mesi hanno ripiegato sui comfort food o si sono dati ad abbuffate compulsive, con il risultato che tra gli interpellati, proprio da Top Doctors, 4 su 10 hanno dichiarato di essere ingrassati.
L’inattività forzata e le lunghe giornate di smartworking, spesso in postazioni non idonee, hanno poi portato a un incremento delle patologie associate a spalle e collo, con mal di testa e dolori agli occhi molto più frequenti. Per fortuna, se il 32% si limita ad assumere antidolorifici, un 43% degli interpellati ha dichiarato di aver cercato di migliorare la propria postazione di lavoro.
Nel frattempo, va detto, non di solo lavoro si vive e così conviene dare un occhio alle altre sfaccettature della nostra quotidianità. Ci viene incontro un mental coach come Roberto Re che consiglia di affrontare una ripartenza settembrina che inizi con il lasciare andare il passato.
“Non è il momento di recriminare, ma di agire – consiglia Re che è co-fondatore di Hrd Training Group che si occupa di formazione manageriale e comportamentale – Occorre staccare mentalmente da quello che è successo, non pensarci più e non rimuginare su quello che è stato o non è stato fatto. Questo crea solo energia negativa e frustrazione, mentre bisogna incanalare le forze e concentrarsi per fare il meglio possibile e recuperare il tempo e il denaro perduto“.
Il riferimento va ovviamente agli ultimi due anni d pandemia che ha toccato tutti noi, tutto il mondo e anche questo dovrebbe essere un tema di svolta: “non è successo solo a me“.
Ripartiamo con il piede giusto dandoci – è ancora il consiglio di Re – “degli obiettivi chiari: bisogna focalizzare attentamente i risultati che si vogliono ottenere, darsi obiettivi specifici con cadenze temporali e rispettarle. Occorre decidere cosa si vuole e come averlo, altrimenti è impossibile elaborare una strategia che permetta di ottenerlo“.
In poche parole, non bisogna perdere tempo sul problema, ma concentrarsi sulla soluzione. E magari “essere disposti a dare e fare molto di più” aggiunge il mental coach spiegando che non è più il momento di riposarsi e perdere tempo, bisogna essere disposti a lavorare più di prima, se l’obiettivo è recuperare. Chi ha un’attività, deve coinvolgere in tal senso anche i suoi collaboratori.
Tornare a vivere tra gli altri apre la porta alla pazienza, tolleranza ed empatia nei confronti delle altre persone: “Bisogna avere pazienza con il prossimo – invita a riflettere Re – capire le persone che ancora hanno strascichi negativi. Il nostro compito, se vogliamo creare un ambiente positivo in famiglia o al lavoro, è di comprendere, capire e non fomentare tali disagi, ma portare energia positiva, restare sereni e tranquilli, non reagire alle provocazioni“.
Infine, se avete a che fare con i clienti, Re consiglia di riattivare i contatti con proposte nuove, “offrendo molte attenzioni e un servizio impeccabile. Bisogna dimostrare al cliente che la sua presenza è importante, colpirlo positivamente con la passione e la qualità del proprio lavoro“.