18 Aprile 2024
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Salviamo le regine del pianeta

A causa dell’attività dell’uomo e dei cambiamenti climatici la biodiversità è oggi più che mai in pericolo, con conseguenze sull’ambiente e sugli esseri viventi. Nulla è perduto però, sono ancora molte le azioni che possiamo fare per invertire la rotta.

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Sapete chi dobbiamo ringraziare per la frutta secca, i semi e i frutti che consumiamo quotidianamente? Loro, gli insetti impollinatori che trasportano il polline da un fiore all’altro (circa il 90% delle piante selvatiche da fiore ha bisogno di impollinatori) assicurando la produzione di cibo e la varietà di prodotti.

Tra tutti gli impollinatori, il genere Apis, ovvero l’ape domestica, è la più numerosa, con 20.000 specie  presenti in tutto il mondo. Gli impollinatori supportano il 35% della produzione agricola mondiale per un valore di oltre 153 miliardi di euro all’anno a livello globale e 22 miliardi di euro in Europa.  

Numeri importanti che fanno riflettere se associati alla tendenza a cui stanno andando incontro le regine della biodiversità. Secondo i dati raccolti dal Wwf, ad oggi su scala globale più del 40% delle specie di impollinatori invertebrati è a rischio di estinzione con possibili importanti conseguenze sulla sicurezza alimentare della popolazione globale.

È importante quindi agire ora, in quanto dalla salvezza delle api e degli altri impollinatori dipende la nostra stessa sopravvivenza, come sostenuto dal rapporto One Health della Fao, che sottolinea l’interconnessione tra la salute delle persone, degli animali, delle piante e dell’ambiente e che ha tra gli obiettivi la protezione della biodiversità per prevenire e mitigare le malattie delle piante e ottenere raccolti sufficienti a sfamare il maggior numero di persone possibili. 

È proprio questo il messaggio delle due giornate che si terranno oggi con la Giornata della Api e il 22 maggio con la Giornata della Biodiversità, che hanno lo scopo di sensibilizzare alla salvaguardia della biodiversità.

Ma cosa minaccia la biodiversità?

La distruzione e la frammentazione degli habitat, l’inquinamento provocato da agenti chimici e tossici sono sicuramente le principali minacce in cui incorrono le api e gli altri impollinatori. L’agricoltura industriale purtroppo richiede pesticidi chimici e monocolture, entrambi nemici della biodiversità.

La crisi climatica in corso poi sta modificando il ciclo naturale degli ecosistemi e sta colpendo anche le api, rendendole più vulnerabili e meno produttive. Come rivela uno studio appena pubblicato sulla rivista Global Change Biology, temperature e precipitazioni anomale e stagioni irregolari stanno decimando le api del Nord America ben più di quanto possa fare l’attività umana. Infine, parassiti e patogeni si diffondono più facilmente nelle colonie indebolite da agenti esterni, come il cambiamento climatico e l’inquinamento appunto.

Come possiamo provare a invertire la rotta?

Sono diverse le iniziative attive al momento per promuovere la tutela delle api. Vi sono diverse petizioni come Salviamo le Api di Greenpeace che, attraverso le donazioni dei sostenitori, porta avanti progetti di ricerca, informazione e contatto con governi e aziende. Oppure la petizione di Legambiente “Save The Queen”, che ha l’obiettivo di eliminare l’utilizzo di pesticidi sintetici per passare a pratiche agricole più sostenibili.

Oppure, si può decidere di sostenere progetti innovativi come Adotta un alveare, della start-up 3Bee, che seleziona apicoltori italiani a cui fornire la nuova tecnologia di Hive Tech, alveare 3.0 sviluppato dai due founder Niccolò Calandri (PhD in ingegneria elettronica) e Riccardo Balzaretti (PhD in biologia e apicoltore), che consiste in una rete di sensori ioT in grado di monitorare il benessere delle api permettendo agli apicoltori di ridurre i trattamenti e diminuire le visite nell’apiario, abbassando così anche le emissioni di Co2. Andando sul sito della start-up è possibile scegliere il miele che si vuole acquistare e l’apicoltore. Sarà inoltre possibile monitorare da remoto la crescita dell’alveare grazie ai sensori 3Bee.

Infine, si possono salvare le api anche sui social (in particolare su Instagram) seguendo ad esempio Bee_Influencer, account creato dalla Fondation de France con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sul tema dell’estinzione degli impollinatori. La piccola ape protagonista si impegna a raccogliere fondi tramite pubblicità per l’associazione francese, la quale investirà i fondi raccolti in azioni concrete a vantaggio delle api. 

Come sempre, sono le azioni dell’individuo che contano e, anche in questo caso, ognuno di noi può fare qualcosa per invertire la rotta: consumare prodotti da agricoltura biologica che non prevedono l’utilizzo di pesticidi, seminare piante amiche delle api sul proprio balcone (come Facelia, Calendula, Veccia, Lupinella, Trifoglio incarnato, Trifoglio alessandrino, Trifoglio resupinato, Erba medica, Coriandolo, Finocchio annuale, ecc..) o costruire nel proprio giardino una casetta per le api, prendendo le dovute precauzioni, per aiutarle ad atterrare in un posto tranquillo in cui creare un nuovo alveare.