19 Aprile 2024
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qual è la caldaia migliore per me

Riscaldamento autonomo, quale la caldaia migliore per me?

Sistemi di riscaldamento autonomi: partendo da un'indagine di mercato pubblicata in Italia dalla rivista Altromercato, abbiamo rivolto alcune domande a due esperti di Vaillant Group Italia per capire quale tecnologia scegliere e cosa conviene installare

Tempo di lettura: 5 minuti

Sempre più liberi di scegliere il sistema di riscaldamento più adatto alle proprie motivazioni ambientali ed economiche, ci troviamo in questo ultimo periodo a chiederci quale possa essere la soluzione più adatta per gli anni a venire, anche a fronte dell’indipendenza dalle fonti fossili. Gas compreso.

Ci viene incontro uno studio condotto dalla società di analisi economica Element Energy (pubblicato in Italia dalla rivista Altroconsumo) riguardo alle migliori opzioni di riscaldamento nel prossimo futuro.

L’analisi parte dalla stima del costo del riscaldamento in due condizioni tra le più standard: una casa unifamiliare e un appartamento in un condominio. Tre i sistemi differenti analizzati: le pompe di calore elettriche (ovvero quei sistemi aria-acqua in grado di riscaldare la casa dal pavimento o tramite radiatore), le pompe di calore ibride (elettriche-idrogeno) e le caldaie a idrogeno.

Quest’ultime, va detto, sono in cantiere per diverse aziende, tra cui Vaillant, ma non ancora sul mercato. Infatti, per questa indagine è stato simulato l’utilizzo di caldaie a idrogeno dai prossimi anni al 2040 tenendo conto del loro ciclo di vita abituale – ovvero 20 anni – e cercando di prevenire novità normative che verranno applicate in futuro).

Ovviamente, la ricerca parte dal presupposto di base che l’installazione di queste caldaie deve avvenire in una condizione ottimale di isolamento delle abitazioni e – come evidenzia la metodologia seguita – sulla flessibilità della domanda di calore, in grado di ridurre i costi della rete elettrica del 4%. Tema quest’ultimo veramente difficile da prevedere.

Partendo da queste premesse, l’indagine è giunta a decretare la netta supremazia delle pompe di calore elettriche che, secondo le analisi, sarebbero tra il 90 e il 140% meno costose di una caldaia a idrogeno e il 35% meno di una ibrida.

Inoltre, questi sistemi permetterebbero anche di risparmiare sui costi per il raffrescamento della casa, avendo questa doppia funzionalità integrata.

La ricerca arriva in un momento storico economico nel quale l’indipendenza dal gas è al centro di molti ragionamenti. Ma un conto sono le indagini di mercato, altro capire quale possa essere la caldaia migliore per le famiglie italiane. Così abbiamo rivolto qualche domanda a chi le caldaie le progetta e le installa: Vaillant Group.

Fabio Gallucci, quale Product Manager Heat Pump di Vaillant Group Italia, ci può dare il suo parere rispetto ai risultati di questa indagine, nella quale emerge che le pompe di calore elettriche sono le più convenienti e performanti – e ci dica sinceramente – vi aspettavate questo risultato?

Le pompe di calore sono la tecnologia più performante a livello di rendimento energetico per quel che concerne il riscaldamento, questo è un dato di fatto che deriva dalla tecnologia.

Diverso è il discorso di applicabilità della tecnologia e di conto economico dove entra in gioco il costo dell’energia primaria (elettricità VS gas) e dell’installazione.

Dire che le pompe di calore siano convenienti rispetto a una caldaia a idrogeno e dare una percentuale è da contestualizzare; sicuramente l’idrogeno (parlo di green H2 e distribuito come 100% di H2 e non metano arricchito) non è una tecnologia realisticamente applicabile nel breve termine (in Italia) quindi non so che conti abbiano fatto e su quali basi o ipotesi.

Se confrontiamo pompa di calore e sistema ibrido, la convenienza dipende da alcuni fattori. Su un nuovo edificio installare un ibrido non ha senso, su una ristrutturazione può avere senso se non si eseguono grossi interventi sulla struttura dell’edificio (per esempio cappotto/distribuzione impianto riscaldamento).

Dipende quindi anche dall’ambito applicativo. L’Italia, sicuramente è una delle nazioni con il patrimonio immobiliare più vecchio a livello europeo e quindi abbiamo delle complicazioni edilizie notevoli. Solo in Italia oggi, circa il 60% degli edifici ha un’età media di 45 anni.

Parliamo di edifici energivori, soprattutto in ambito termico, che hanno necessità di essere ben isolati. Poter già trasformare tutte le vecchie caldaie che ci sono nelle grandi città da tradizionali a condensazione, porterebbe ad avere un beneficio di riduzione di CO2. Un blend a idrogeno, potrebbe abbassare ulteriormente la CO2, mentre al 100%, la eliminerebbe completamente.

Appunto, qui si parla anche di caldaie a idrogeno su cui voi stessi state ponendo attenzione: a che punto siete e per quando saranno pronti modelli da immettere sul mercato?

Vaillant Group è partita 5 anni fa nel considerare l’evoluzione dell’idrogeno come fattibile. Il percorso di sviluppo è in linea con le normative europee. In questo primo step prevediamo di far funzionare i prodotti con una miscela al 20%.

In Vaillant Group stiamo sviluppando due approcci all’utilizzo dell’idrogeno. Uno in miscelazione dove abbiamo verificato che una percentuale che va da 1 a 20 può garantire il funzionamento degli attuali apparecchi a condensazione esistenti sul mercato europeo, per procedere poi a quella che è l’induzione, questo sarebbe lo step 2, con la conversione completa di prodotti che funzionano al 100% idrogeno.

A oggi, per Vaillant, abbiamo a disposizione la gamma ecoTEC plus che può utilizzare H2 fino al 20%. Il nostro dipartimento R&D sta facendo i test per poter utilizzare tutte le altre gamme fino al 20% di H2, nei prossimi mesi avremo la comunicazione ufficiale.

L’R&D sta sviluppando anche a un kit dedicato per poter utilizzare H2 al 100% sulle caldaie esistenti, disponibile non prima del 2025. Per le caldaie già pronte al 100% di H2 si parla di 2030.

Da quello che si capisce anche dall’indagine, però, le caldaie a idrogeno potrebbero non essere così convenienti come le pompe di calore elettriche… O pensate che cambierà lo scenario?

A oggi non abbiamo a disposizione informazioni attendibili per poter comparare le due tecnologie, perché non conosciamo ancora i costi necessari a produrre le nuove caldaie H2 Ready.

Inizialmente saranno sicuramente più elevati dei costi attuali, a causa del cambiamento tecnologico e dei nuovi materiali necessari per costruire il blocco termoidraulico.

L’idrogeno entra nel comparto per la transizione ecologica con gli impegni che ci sono entro il 2030 di ridurre il 50-55% delle emissioni di CO2 e, nel 2050, di essere CO2-neutral. L’idrogeno concorre a questo, ma chiaramente non è l’unica soluzione.

Vedo un mondo al 2050 che si divide in case nuove o comunque monofamiliari e quindi periferiche, con la possibilità di utilizzare sempre di più pompe di calore sostenute da quello che è un impianto fotovoltaico in grado di creare un’isola di produzione energetica e consumo energetico in base a quelli che sono gli utilizzi della casa.

Per quanto riguarda invece i centri città, l’idrogeno potrebbe essere una componente che aiuta sensibilmente a ridurre le emissioni di CO2. Dai primi test che abbiamo fatto è evidente che una miscela al 20% riduce del 7% le emissioni di CO2.

Nicolò Bertaia, Product Manager Heating Vaillant Group Italia, a lei la domanda più diretta: qual è oggi la soluzione tecnologica più giusta per le diverse esigenze di riscaldamento?

Le soluzioni possibili si raggruppano in quattro casi. Se siamo di fronte alla costruzione di un nuovo edificio sì è quasi obbligati a usare un full-electric in pompa di calore. Questo per rispondere agli obblighi di legge di copertura consumi energia primaria con energia rinnovabile.

In caso di sostituzione di caldaie di vecchia generazione (soprattutto in appartamenti) nella maggioranza dei casi è conveniente sostituire la vecchia caldaia con una caldaia a condensazione: oltre a essere semplice è anche la soluzione più economica.

Di fronte a una ristrutturazione con intervento su involucro, con infissi e cappotto tanto per intenderci, si può pensare a un full electric con pompe di calore (Pdc). Ovviamente questo è valido per le villette, mentre è molto più complesso in un condominio.

Infine, ultimo dei quattro casi, se siamo di fronte a una ristrutturazione senza intervento su involucro si può invece pensare a un ibrido Pdc con caldaia a condensazione.