Lo sappiamo tutti, eppure non sembra importarci affatto o sicuramente ce ne curiamo ancora troppo poco. Siamo letteralmente invasi dalla plastica che produciamo, utilizziamo e, infine, gettiamo. Secondo uno studio pubblicato su Science Advance, solo il 9% delle oltre 330 milioni di tonnellate di plastica prodotte ogni anno viene riciclato. Il 12% finisce negli inceneritori e il restante 79% (!) finisce ammucchiato in gigantesche discariche o, ancor peggio, direttamente nell’ambiente.
La plastica è ovunque in natura: negli oceani – dove rappresenta tra il 70 e il 90% dei rifiuti che inquinano i mari secondo il WWF , nell’atmosfera ed è persino stata trovata nelle rocce come elemento stratigrafico distintivo della nostra attuale epoca geologica, definita Antropocene. Lo studio The geological cycle of plastics and their use as a stratigraphic indicator of the Anthropocene, condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Leicester, conferma infatti come la plastica sia ormai diventata un ‘tecnofossile’ destinato a restare negli strati geologici al pari di ciò che oggi osserviamo nei sedimenti a testimonianza delle ere passate. Come a dire che se prima i geologi trovavano ammoniti e resti di mammut, oggi incappano in residui di bottiglie di detersivi, spazzolini da denti, cover di cellulari… uno scenario non propriamente edificante.
Nemmeno il ciclo dell’acqua è immune alla colonizzazione di questo materiale onnipresente prodotto dalle attività umane. Le microplastiche sedimentate nei mari, nei fiumi e nei laghi del nostro Pianeta co-partecipano al processo di evaporazione di una parte delle acque nell’atmosfera e viaggiano per il Pianeta veicolate da pioggia, neve e vento. Lo dimostra lo studio americano “Sta piovendo plastica” sui campioni di acqua piovana prelevati nella zona delle Montagne Rocciose. Le analisi hanno identificato microfibre di plastica in oltre il 90% dei prelievi, anche a 3000 metri. Plastica e gomma sono state ritrovate anche nella neve caduta sullo stretto di Fram, il tratto di mar Glaciale Artico. Ritrovamenti ad alta quota e latitudini elevate che dimostrano che le microplastiche sono state trasportate dall’azione delle perturbazioni atmosferiche.
Se questo fenomeno ci può sembrare lontano e relativo solo ad aree remote, ci sbagliamo di grosso. È molto più vicino a noi di quanto si possa pensare.
Una “bella” nevicata di 25kg di plastica
Anche sulle montagne italiane infatti sono stati rinvenuti milioni di frammenti di microplastiche nella neve. Lo prova il secondo il dossier “Nevica plastica”, le cui analisi sono state condotte dalla Società Cooperativa ERICA in collaborazione con lo European Research Institute e VdA Trailers. La cooperativa ha anche collaborato sempre con VdA Trailers a EcoloTor, progetto di sostenibilità ambientale legato al Tor Des Geants®. I risultati dei campionamenti delle nevi residue dell’inverno e primavera del 2018, effettuati nel corso del Tor des Géants® 2019[1] (incredibile e avventurosa gara di endurance trail montana) hanno dimostrato come sulle montagne della Valle D’Aosta cadrebbero 200 milioni di frammenti e 80 milioni di particelle di microplastica ogni anno. Come a dire una “bella” nevicata di 25 chili di plastica sulle vette più alte di Italia… Inutile dire che ovviamente tutto ciò impatta non solo sulla flora e la fauna immediatamente circostanti, ma anche sui corsi d’acqua che scendono a valle. Terminato l’inverno e con l’aumento delle temperature, infatti, le nevi si sciolgono e la plastica si riversa nei torrenti di montagna.
La realtà con cui dobbiamo convivere, però, non deve essere
necessariamente questa. In attesa di provvedimenti e accordi globali che regolamentino
l’utilizzo e il protrarsi dell’invasione della plastica, dovremmo sempre tenere
a mente l’importanza dell’impegno personale. Quando si parla di Pianeta e
sostenibilità l’azione del singolo è fondamentale e per questo un ottimo
modo per evitare che l’ambiente in cui viviamo sia un giorno completamente sommerso
dalla plastica è di farne il più possibile un utilizzo ridotto. Si può
partire da piccoli accorgimenti quotidiani come l’acquisto di prodotti senza packaging, l’utilizzo di borracce al posto delle
bottigliette, di borse in tela quando si va a fare la spesa, la scelta di
acquistare frutta e verdura sfusa e non impacchettata, regalare ai bimbi giochi
in legno, bandire piattini, forchettine e bicchieri in plastica, ecc ecc… Un
mondo migliore è ANCORA possibile, basta volerlo!
[1] Nel 2020 è stato annullato per effetto delle misure di distanziamento sociale correlate al contenimento di Covid-19.