18 Aprile 2024
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Obsolescenza tecnologica. Quanto costi… e quanto inquini!

Ogni volta che si acquista un nuovo dispositivo tecnologico scatta il conto alla rovescia: per quanto tempo si potrà continuare a utilizzare il nuovo acquisto? Sotto esame non solo le performance del prodotto, ma anche il sempre maggiore impatto che un prodotto obsoleto può avere sull'ambiente.

Tempo di lettura: 3 minuti

Nella quotidianità si fa ormai sempre più spesso affidamento a dispositivi tecnologicamente avanzati sia per uso personale (automobili, computer, smartphone, …) sia ad uso domestico (impianti di domotica, di riscaldamento, climatizzazione, …). La corsa all’ultimo modello è per alcuni un vero e proprio stile di vita, una tendenza che ha trasformato la maggior parte degli oggetti, anche costosi, in veri e propri prodotti “usa e getta”.

Bisogna sapere che l’obsolescenza è diventata, con il tempo, una vera e propria strategia industriale che limita il ciclo di vita di un prodotto a un periodo breve, con lo scopo di alimentarne la domanda. Inutile dire che la continua sostituzione di prodotti “obsoleti” per nuovi modelli esercita un incredibile impatto sul Pianeta. Secondo il report Global E-Waste Monitor 2020 delle Nazioni Unite, nel 2019 i consumatori europei hanno prodotto oltre 53 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici.

Bisogna poi anche sapere che l’obsolescenza non ha effetti negativi solo se programmata. Anche l’utilizzo prolungato di prodotti non più performanti, infatti, ha un impatto sul Pianeta. Se è vero che l’obsolescenza programmata ha portato a un enorme aumento dei rifiuti – secondo il report delle Nazioni Unite (Global E-waste monitor 2020) gli europei producono 53,6 milioni di tonnellate (Mt) di rifiuti elettronici – è altrettanto vero che utilizzare prodotti obsoleti concorre parecchio all’aumento dell’inquinamento. Tra gli esempi più calzanti, il settore dell’ auto: di tutte le tonnellate di polveri sottili emesse dalle auto italiane, solo l’1,6% proviene dalle nuove Euro 6 (che rappresentano il 23% di quelle in circolazione). Mentre le Euro 0, ossia il 9% delle attuali auto in circolazione, sono responsabili di ben il 73% delle emissioni di PM. Questi i dati di una ricerca del Centro Studi Fleet&Mobility.

HOME COMFORT – COME RENDERLO SEMPRE PIÚ GREEN?

Quando si parla di obsolescenza non si può non menzionare anche l’home comfort. Oltre il 60% della popolazione urbana dell’Ue è esposta a livelli di particolato al di sopra delle linee guida dettate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e i sistemi di riscaldamento domestico sono purtroppo tra i principali responsabili.

Come risaputo, per agevolare ad esempio la sostituzione delle caldaie obsolete e altamente inquinanti, nel nostro Paese sono entrate in vigore svariate agevolazioni, tra cui  il famoso Superbonus 110%. Incluso nel Decreto Rilancio, eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022 per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, tra i quali rientra appunto anche il cambio della vecchia caldaia.

Vale quindi la pena aggiungere che spesso – e non si tratta di un controsenso rispetto a quanto detto finora –  prediligere l’adozione di un prodotto nuovo rispetto a uno obsoleto non fa solo bene all’ambiente, ma anche al portafoglio. Nell’ambito domestico, aziende dalla forte sensibilità green come è il caso di Vaillant, stanno sempre più immettendo sul mercato una serie di prodotti altamente ecologici per il riscaldamento e il raffreddamento, che consentono di diminuire notevolmente l’utilizzo di energia e le conseguenti emissioni di CO2.

Va in questa direzione, solo per citare un esempio, la nuova pompa di calore aroTHERM plus, soluzione monoblocco in grado di fornire in un unico sistema intelligente riscaldamento, raffrescamento e produzione d’acqua calda. Un prodotto che strizza l’occhio a uno stile di vita più sostenibile, in classe energetica A+++ per bassi costi di esercizio e che impiega il gas refrigerante naturale R290 in conformità alla Direttiva Europea F-gas sulla riduzione dei gas contenenti fluoro. Fattori che, attualmente, fanno di aroTHERM plus la pompa di calore con il minor impatto ambientale presente sul mercato. Un prodotto a prova di futuro, vantaggioso per l’utente finale e che concorre alle possibilità di accesso alle detrazioni fiscali Ecobonus 65%, Bonus Casa 50% e Superbonus 110%.

Insomma, non tutti i nuovi acquisti sono uguali. Talvolta, la ricerca dell’ultimo modello, se fatta in modo consapevole e con buon senso, può davvero portare benefici a livello economico grazie alla riduzione dei consumi e, a livello ambientale, a un importante abbattimento delle emissioni di inquinanti dell’atmosfera. Per provare a invertire la rotta, dal 1 marzo 2021, grazie alla spinta del Parlamento Ue, i consumatori europei possono beneficiare del diritto alla riparabilità. Le nuove regole obbligano i produttori di apparecchi elettronici come lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi e televisori a rispettare determinati criteri di progettazione e realizzazione per fare in modo che risultino facili da riparare anche al di fuori dei circuiti ufficiali. Ciò significa che i produttori di apparecchiature elettroniche e grandi elettrodomestici devono seguire nuovi criteri di progettazione e realizzazione e sono obbligati a rendere disponibili i pezzi di ricambio, finora spesso introvabili, e le relative istruzioni per la riparazione anche al di fuori dei canali ufficiali. 

Per saperne di più sulla nuova caldaia sostenibile di Vaillant: https://www.vaillant.it/home/prodotti/primo-piano/nuova-arotherm-plus/