A distanza di 3 anni, ci risiamo. I ragazzi non sembrano indietreggiare, anzi, incalzano. Giovani attivisti di tutto il mondo si sono riuniti in occasione del Youth4Climate: Driving Ambition, evento organizzato dal Governo italiano la cui portata dimostra chiaramente le dimensioni e l’importanza di questa rivoluzione: a Milano, 400 giovani delegati provenienti da 186 Paesi hanno avviato discussioni e tavoli di confronto con ministri e leader internazionali in vista dell’ormai prossima COP26 – la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021.
Non deve sorprendere, infatti, che siano proprio loro, i giovani, a dimostrare una maggiore sensibilità – e conoscenza – dei temi green rispetto alle generazioni passate, ben coscienti delle urgenze in tema di sostenibilità da cui dipenderà il loro futuro e quello delle generazioni a venire. Ce lo dice un sondaggio condotto da Skuola.net in collaborazione con Sorgenia su 3500 giovani tra i 10 e i 25 anni: il 96% si dice spaventato per la salute del pianeta, il 54% non vede una soluzione nel breve termine, mentre solo il 6% pensa che la situazione sia ancora arginabile. Questi non sono semplici numeri: alla preoccupazione ambientale che dilaga tra i giovanissimi, corrispondono azioni concrete, di chi preferisce urlare a squarciagola nelle piazze piuttosto che celarsi dietro banali bla bla bla.
Social Network che salvano il pianeta
Rispetto ai temi di sostenibilità, la Generazione Z e i Millennials non si fanno cogliere impreparati, presentandosi al mondo come autorevoli punti di riferimento capaci di articolare concetti complessi in modo rapido, chiaro e incisivo. Nei loro discorsi non solo parole vuote, ma una conoscenza e preparazione approfondite rispetto ai temi di sostenibilità.
Complici i social, la correlazione tra il livello di motivazione a vivere in modo sostenibile e una consapevolezza maggiore dei cambiamenti climatici sembra avanzare e crescere, anche grazie a nuove tendenze come quella dei Green influencers, personaggi pubblici più o meno noti, che sfruttano la propria popolarità per discutere di tematiche sostenibili, declinando l’attenzione verso il pianeta in piccoli gesti individuali, concreti e d’impatto, alimentando così una conversazione positiva e continuativa rispetto a problematiche reali e non più ignorabili.
Non sorprende, quindi, che siano proprio i social i veri protagonisti della “divulgazione ambientalista”. Negli ultimi anni si è assistito a una vera e propria esplosione di social “responsabili”, come Q-cumber.org, piattaforma di collaborazione per contribuire alla sostenibilità grazie alle nuove tecnologie, EnviNET, comunità virtuale per condividere idee green o 1% For the Planet, vero e proprio social network che unisce aziende e organizzazioni di tutto il mondo nella salvaguardia dell’ambiente e del pianeta.
Le nuove generazioni si pongono e continueranno a porsi obiettivi ambiziosi, mossi da un forte senso di unione e solidarietà e da speranze, desideri, sogni per un futuro migliore. A ben vedere, la vera sfida rimane proprio questa, educare gli adulti di oggi a un diverso approccio alle risorse, a una “coscienza sostenibile” di condivisione. Se dipendesse dai ragazzi, con la loro tenacia, la loro energia e la loro preparazione, il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 non sarebbero forse così lontani. Mentre ad oggi la concretizzazione di un futuro migliore appare ancora molto lontana… e tutta in salita. L’importante è non desistere e continuare a fare cultura. La cultura ci salverà.