L’efficienza energetica di un appartamento sta diventando uno dei parametri che più influenzano la decisione di acquisto degli italiani. Accanto alla posizione – a seguito dell’emergenza Coronavirus sono infatti aumentate le richieste di appartamenti con ampi terrazzi o balconi, per non parlare di casette indipendenti con proprio giardino – è la sostenibilità e la capacità di consumare poca energia a interessare maggiormente chi acquista casa.
Lo rivela il Rapporto annuale sull’andamento del mercato immobiliare urbano e le previsioni di mercato per il 2020, da poco presentato da Enea con la collaborazione dell’I-com (Osservatorio sulle dinamiche del mercato immobiliare) e il Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali), che ha intervistato 800 agenti immobiliari in tutta Italia.
Oggi si fatica a vendere casa se la sua classe energetica non è abbastanza elevata: l’indagine mostra infatti che l’80% delle transizioni commerciali avvenute ha riguardato immobili di classe A o B.
Tendenza ancora più netta nel segmento degli immobili di lusso che vede passare dal 28 al 37% la percentuale delle case vendute con classe energetica più alta.
La stessa attenzione si è verificata anche nelle ristrutturazioni edilizie, settore nel quale – dice il rapporto – la percentuale di lavori per aumentare l’efficienza energetica è salita al 36% del totale nel 2019 contro il 22% dell’anno precedente.
La classe energetica, quindi, sta assumendo sempre più un valore commerciale imprescindibile, tanto che tra gli operatori partecipanti all’indagine emerge l’esigenza di una maggiore riconoscibilità degli edifici energeticamente validi.
Il 67% degli intervistati dichiara infatti che l’Attestato di prestazione energetica (Ape) è oggi uno strumento efficace, in grado di far riconoscere al potenziale cliente immobiliare il vantaggio qualitativo e di comfort dell’immobile che gli si propone.
Addirittura, il 90% del campione intervistato per l’indagine vorrebbe che fosse inserita nei listini anche una voce ristrutturato green che possa fornire una quotazione di mercato più riconoscibile per gli immobili riqualificati energeticamente.
Se questi sono gli elementi positivi mostrati dal rapporto, l’altro lato della medaglia del mercato immobiliare italiano mostra ancora una situazione energeticamente povera, con il 70% delle transizioni che riguardano case a bassa efficienza energetica.
Anche se, per fortuna, continua a diminuire la vendita di immobili in classe energetica G – la più bassa – che però oggi riguarda ancora il 40% di monolocali e bilocali venduti, il 37% per i trilocali, il 34% delle ville unifamiliari e il 24% delle villette.
L’efficienza energetica, quindi, si sta affermando come un elemento fondamentale per l’offerta immobiliare, sebbene rimanga da raggiungere un enorme numero di immobili che andrebbe ristrutturato. E in questa direzione sembrano andare i bonus fiscali appena introdotti dal Governo per agevolare la ripartenza post Covid-19. Vedremo se contribuiranno a rendere le nostre case più efficienti e, quindi, più vendibili.