Startup e Pmi stanno battendo sempre più la strada del crowdfunding per finanziare i propri progetti tanto che il mercato sta sentendo il bisogno di fare un po’ di chiarezza.
Per questo da ottobre il Parlamento europeo ha approvato un nuovo regolamento che consentirà alle piattaforme di crowdfunding del continente di fornire più facilmente i loro servizi.
Questo faciliterà il processo di reperimento dei fondi per startup e piccole imprese che potranno rivolgersi a una platea più ampia di potenziali investitori. Le piattaforme di crowdfunding che operano in più paesi dell’Ue dovranno, quindi, adeguarsi a un solo complesso di norme invece che a normative nazionali distinte.
Se è positivo il fatto che l’Ue abbiamo compreso l’importanza del crowdfunding, regolamentandolo e rendendolo uniforme in tutta l’Unione, per Tommaso Baldissera Pacchetti, amministratore delegato e fondatore di CrowdFundMe, portale italiano operativo dal 2016 completo di Crowdinvesting che offre prodotti di Equity Crowdfunding, Real Estate e Corporate Debt, “ci sono alcune parti del regolamento poco chiare e che non ci convincono molto, come la scelta di impedire alle bacheche elettroniche di essere il mezzo per operare scambi digitali di quote. Per un giudizio più netto bisogna però aspettare ulteriori sviluppi, in particolare l’elaborazione delle norme tecniche di attuazione, un compito che spetterà all’Esma
e all’Autorità Bancaria Europea (Abe)“.
Ma qual è l’impresa tipo che si rivolge al crowdfunding per ottenere finanziamenti? Baldissera Pacchetti ci spiega che CrowdFundMe riceve “moltissime candidature ogni mese da imprese attive in differenti mercati di riferimento. Trovare risorse per la crescita è fondamentale per tutte le società, ma CrowdFundMe fa un’attenta selezione e ne accetta solo alcune, ovvero quelle che presentano le maggiori potenzialità di crescita. Puntiamo soprattutto su startup o Pmi in grado di fare vera innovazione nei rispettivi campi, con fondatori e team altamente competenti“.
Quali sono i suoi consigli per chi è alla ricerca di fondi? Cosa è bene fare ma, soprattutto, cosa è bene evitare?
“Il mio consiglio è di valutare ogni opzione e riflettere anche sul Crowdinvesting, dall’Equity Crowdfunding ai minibond, quale soluzione di finanziamento alternativa ai tradizionali canali bancari. Il procedimento è interamente online e molto snello, e anche in un periodo di crisi (come quello attuale) rappresenta un’opportunità significativa per le imprese e per gli investitori” conclude Baldissera Pacchetti.
Opportunità che certamente, una volta limati gli inevitabili punti deboli della normativa europea, verrà esaltata dall’ampliamento della platea di investitori online e che stimolerà la nascita di nuove iniziative imprenditoriali.
L’attivazione del nuovo regolamento europeo sui servizi di crowdfunding verrà applicato un anno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.