23 Aprile 2024
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guida autonoma

Guida facile, automatizzata. Anzi robotizzata

Innovazione su due e quattro ruote: dai robottini che consegnano i pacchi alle macchine dove praticamente il software è il cervellone “risolvi problemi”. Ecco i trend già in atto

Tempo di lettura: 2 minuti

Un robottino su due ruote si sta già muovendo per Milano – la sperimentazione sta avvenendo in Cascina Merlata – per consegnarci pacchi e posta.

Lo sta sperimentando Yape, azienda del gruppo e-Novia che ha realizzato un robot-fattorino in grado di trasportare alimenti e prodotti sia in ambienti esterni che all’interno di edifici.

A vederlo è proprio carino: su due ruote auto-bilanciate e senza superare i 6 chilometri all’ora, il robot è in grado di adattarsi a diversi contesti trasportando fino 10 chilogrammi per un massimo di 80 chilometri.

L’obiettivo è rendere il trasporto autonomo sempre più efficace, sicuro e sostenibile, riducendo il traffico e l’inquinamento legato alle consegne nei centri cittadini, oltre a venire incontro alle necessità di quei residenti che non possono o fanno fatica a spostarsi dalla propria abitazione.

Oltre ai robottini dovremo abituarci anche alle auto a guida autonoma e anche a quelle (sì ci saranno, che faranno il pieno, di elettricità ovviamente, e la manutenzione) che si gestiranno da sole. Insomma, la patente di guida le daremo alle auto o meglio al loro software.

Il trend in atto è stupefacente: il software ben studiato ottimizza sicuramente le prestazioni ed è in grado di modificare i parametri dei sistemi di bordo, oltre a suggerire il migliore comportamento di guida (navigazione predittiva).

Può riconoscere le condizioni ambientali e cambiare assetto e i parametri di accelerazione e frenata. Insomma, un ottimo maggiordomo di bordo.

Gioca facile su questo modo di vivere tutto il mondo del car sharing che, molto probabilmente, non avrebbe altrimenti potuto esistere: con la geolocalizzazione si sa fino a dove si può spingere la macchina nei territori prefissati.

Come hanno fatto notare durante il salone Next Generation Mobility di Torino dello scorso maggio con un’auto digitale diventa banale un geofencing hard, ossia l’auto si ferma o degrada molto le proprie prestazioni, se si cerca di superare un certo confine.

Un geofencing soft può invece eliminare i caselli autostradali (ma permettere anche di introdurre pedaggi ovunque, per esempio su un ponte, senza i problemi di ostruzione del traffico che queste pensate comportano, e limitano).

Per non parlare delle varie Zone B, C, Ztl.