Il tempo stringe e la pazienza comincia a esaurirsi di fronte alla calma olimpica con cui il problema dell’abbattimento delle emissioni di CO2 viene affrontato dai Governi di tutto il mondo.
Anche l’Europa dovrebbe fare di più se si vogliono raggiungere gli obiettivi a cui ci si è impegnati, ovvero mantenere l’aumento delle temperature di 1,5°C rispetto all’epoca pre-industriale. Per riuscirci e ottenere quanto il Green Deal della Commissione Europea ha ribadito di voler raggiungere serve, a questo punto, una “cura da cavallo”.
È una ricerca di Bloomberg New Energy Finance (Bnef) a indicare la via maestra: per ridurre le emissioni di CO2 del 60% entro il 2050 è necessario elettrificare le attività che ancora oggi emettono troppo – trasporti, edifici e industria. Ma è necessario che la politica dia una spallata incoraggiando il “sector coupling”, cioè la diffusione delle tecnologie basate sull’elettricità nei settori chiave.
Nel report Bnef, realizzato in collaborazione con Eaton e Statkraft, si spiega che l’elettrificazione “potrebbe realizzarsi attraverso un mix di cambiamenti diretti e indiretti“.
In pratica, i cambiamenti diretti comporterebbero la diffusione capillare di veicoli elettrici nei trasporti e delle pompe di calore per il riscaldamento di edifici e in alcuni ambiti industriali.
Parallelamente i cambiamenti indiretti significherebbero il passaggio all’idrogeno verde – ottenuto cioè dall’elettrolisi utilizzando elettricità rinnovabile – come combustibile per il riscaldamento degli edifici e per il maggior numero possibile di processi industriali. Eliminando in questo modo il ricorso alle fonti fossili, causa principale delle emissioni di CO2.
Ma come per tutte le operazioni che richiedono cambiamenti – e spese per arrivarci – la sola buona volontà non è sufficiente. Per la riuscita del processo di elettrificazione “sarà cruciale che i governi e le autorità di regolamentazione adottino un modello di mercato dell’elettricità che consenta agli sviluppatori di progetti eolici e solari e a coloro che pianificano impianti di accumulo di batterie o servizi di gestione della domanda, di anticipare il livello di rendimenti per giustificare il loro investimento” ha osservato Albert Cheung, head of analysis di Bnef.
Insomma, come sempre, da un lato i governi dovranno introdurre incentivi ed emanare requisiti stringenti da adottare per la riduzione delle emissioni. Dall’altro sarà sempre più fondamentale coinvolgere i consumatori e la società civile, attori – questa volta – protagonisti nell’abilitazione dell’elettrificazione dei nuovi settori.