19 Aprile 2024
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case green

Efficienza fa rima con investimento (vantaggioso)

Nelle polemiche, spesso strumentali, che hanno accompagnato l'approvazione della Direttiva sulle Case Green, si sottolineano quasi sempre i costi degli interventi, che ovviamente ci sono e vanno distribuiti in modo equo. Manca però una riflessione sui vantaggi economici, che sono rilevanti sia nella fase d'uso sia al momento della vendita dell'immobile. E che sono tali da imporre una riflessione più articolata

Tempo di lettura: 3 minuti

Migliorare l’efficienza energetica di un edificio è un investimento che permette di aumentarne il valore fino al 40%. Al contrario, tenere una casa colabrodo può portare a una perdita secca dello stesso valore.

Questi numeri sono il risultato di una ricerca condotta dal Dipartimento di Culture del Progetto dell’Università Iuav di Venezia per l’Osservatorio di REbuild 2023, che si è appena svolto a Riva del Garda.

Lo studio, condotto in tre città (Bergamo, Mestre e Padova), ha evidenziato come, a seconda che un fabbricato sia ubicato in centro o in periferia, la variazione di valore fra una classe E e una D può oscillare tra il 5 e il 6%, ma sale fra il 14 e il 18% se si passa da una G a una D e addirittura fra il 30 e il 40% da una G a una A.

Di converso, chi non efficienta è destinato a perdere una percentuale di valore paragonabile.

Si tratta di un dato evidentemente molto importante, considerato che in Italia ci sono circa 35 milioni di unità immobiliari di cui oltre la metà nelle classi energetiche peggiori: in concreto, si tratta di case che costano in media (tra una classe G e una classe A) 4.000 euro in più l’anno. E più passa il tempo, meno ci saranno acquirenti disposti a spendere così tanto per quello che ancora rimane il bene rifugio per eccellenza delle famiglie italiane.

E che la casa sia ancora il paracadute delle famiglie lo conferma anche una ricerca condotta dall’Osservatorio Immobiliare Nazionale Fiaip. L’analisi sottolinea come nel 2022 le compravendite abbiano fatto registrare un +3,5% rispetto al 2021, con 775.000 transazioni, livelli che non si registravano da più di vent’anni. I valori di mercato sono stazionari, fatta eccezione per gli aumenti nei grandi centri urbani (+5/10%), generati da una domanda che rimane alta a fronte di un’offerta sempre più ridotta, in relazione sia alla vendita sia all’affitto.

Sempre secondo l’Osservatorio Immobiliare Nazionale Fiaip, il 70% degli immobili nuovi rientrano nelle prime due classi energetiche (A e B) e rispetto al 2021 il numero di immobili ristrutturati nelle migliori classi energetiche è cresciuto di oltre il 10%.

Da un’altra analisi, condotta da Scenari Immobiliari (un istituto specializzato nello studio del mercato immobiliare) e da Dils (azienda che opera nel real estate), risulta come nelle principali città italiane vi siano 1,1 milioni di edifici residenziali costruiti tra il 1946 e il 1989, sui quali è prioritario effettuare interventi di innovazione dal punto di vista edilizio, urbanistico e sociale.

Per attuare l’obiettivo della Direttive Case Green di efficientare ogni anno il 2% degli edifici esistenti nelle aree urbane, sarebbe necessario intervenire su più di 36.000 edifici ogni anno in un arco temporale di trent’anni e questo solo per quanto riguarda il patrimonio realizzato tra il 1945 e la fine degli anni Ottanta.

Per quantificare gli investimenti economici necessari per avviare il processo di retrofit, Scenari Immobiliari e Dils sono partiti dai costi medi degli interventi di nuova costruzione e di ristrutturazione edilizia, che oscillano tra i 750€/mq e i 1.600€/mq.

Di conseguenza, il potenziale impatto economico della piena attuazione degli obiettivi comunitari in termini di innovazione del patrimonio edilizio abitativo è stimabile in quasi 23 miliardi di euro all’anno, i quali sono a loro volta in grado di generare ricadute di natura sociale potenzialmente monetizzabili in altri 17 miliardi di euro.

L’analisi di Scenari Immobiliari e Dils si concentra anche sulla generazione di valore sociale degli interventi di efficientamento, realizzata attraverso la crescita dell’occupazione, l’attivazione di filiere virtuose sul territorio e l’avvio di progetti e iniziative che contribuiscono a migliorare la sostenibilità e il benessere delle comunità.

In Italia, il settore immobiliare raggiunge coefficienti moltiplicativi di attivazione della filiera tra i più elevati, mediamente pari a 3,4 euro ogni singolo euro investito. Di questi, le ricadute sociali rappresentano una quota variabile tra il 40% e il 60% circa.

La casa come patrimonio, si è detto, che vada protetto e tutelato: l’Osservatorio Sara Assicurazioni ha condotto una ricerca su un campione rappresentativo della popolazione, da cui è risultato che quasi il 40% degli intervistati teme che la propria abitazione possa subire danni, anche a causa di eventi naturali e atmosferici intensi, mentre il 20% teme possibili tentativi di furto (20%). A fronte di questo, il 36% degli intervistati considera essenziale investire in una polizza assicurativa che protegga la casa in modo efficace e completo.

Anche perché, come risulta dalla stessa indagine, oltre il 30% del campione dichiara di sentirsi a proprio agio in una casa ben arredata e ordinata e questo vale soprattutto per il soggiorno, il locale della casa in cui si trascorre la maggior parte del tempo.