29 Marzo 2024
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Casa, agli italiani piace Iot

Una larga parte dei consumatori italiani ha ormai in casa almeno un oggetto collegato a Internet che non sia il classico smartphone e i più giovani comprano prodotti con funzionalità smart. Ma a quanto pare c'è ancora diffidenza, soprattutto per i rischi legati alla propria privacy e alla sicurezza informatica

Tempo di lettura: 3 minuti

La tecnologia Iot (Internet of thing) piace sempre di più agli italiani che iniziano ad adottarla non solo per sfoggiarla come status symbol, come successo per smartphone, smartwatch e auricolari di ultima generazione.

Questo perché sono cambiate le nostre esigenze e l’attenzione principale è rivolta alla propria abitazione, che deve essere soprattutto sicura, intelligentemente confortevole e anche efficiente dal punto di vista energetico.

Insomma, è tempo di Domotica 2.0 e lo Smart home si diffonde grazie a una nuova serie di tecnologie entrate a far parte stabilmente della nostra vita domestica in modo molto più decisivo e sicuramente meno appariscente degli assistenti vocali che, per il momento, rappresentano la parte più ludica e glamour della rivoluzione digitale che attende le nostre abitazioni.

Una ricerca sulla Smart Home dell’Osservatorio Internet of Thing della School of Management del Politecnico di Milano – condotta in collaborazione con Doxa – evidenzia, infatti, come una larga maggioranza del campione intervistato (68%) abbia sentito parlare di casa intelligente almeno una volta (+9% sul 2018), mentre il 63% conosce il termine domotica, con percentuali ancora più altre (77% e 65%) tra gli intervistati con meno di 35 anni.

Interesse che fa bene anche alla nostra economia perché, rileva l’Osservatorio, il mercato italiano della Smart Home cresce in doppia cifra (+40%) raggiungendo nel 2019 oltre mezzo miliardo di euro in valore (530 milioni).

Il trend di crescita è paragonabile a quello dei principali Paesi europei, anche se il divario da colmare è ancora ampio rispetto a Germania e Regno Unito (2,5 miliardi ciascuno) o alla Francia (1,1 miliardi); il nostro Paese è superiore solo alla Spagna (420 milioni di euro).

In linea con la crescita del mercato anche l’interesse e la conoscenza dei consumatori italiani: la ricerca sulla Smart Home mostra infatti che il 40% del campione intervistato possiede almeno un oggetto smart. Sono però ancora alti i timori per i rischi legati alla cyber security e alla violazione della privacy.

Ecco allora che negli acquisti degli italiani al primo posto troviamo le soluzioni per la sicurezza, con un valore di 150 milioni di euro, pari al 28% della spesa. Seguiti dagli smart home speaker, 95 milioni di euro pari al 18% del mercato, che nel 2019 hanno continuato trainare le vendite degli altri dispositivi Iot per la casa connessa.

Crescono anche gli elettrodomestici proposti sul mercato, soprattutto quelli con caratteristiche smart, che valgono 85 milioni di euro (il 16% del mercato).

Un posto importante nella lista degli acquisti per la casa intelligente è occupato da caldaie, termostati e condizionatori connessi per la gestione del riscaldamento e della climatizzazione, aiutati da una sempre maggiore integrazione con gli assistenti vocali.

Infine, arrivano i servizi legati alla manutenzione e alla possibilità di aumentare risparmio energetico e comfort domestico (65 milioni di euro, 12% del mercato), le casse audio (50 milioni di euro, 9%) e le lampadine connesse (35 milioni di euro, 7%).

La ricerca della sicurezza casalinga è confermata dai dati raccolti dall’Osservatorio sugli oggetti smart presenti nelle case degli italiani, che registra un aumento del numero di dispositivi posseduti, con sensori per porte e finestre (presenti nelle case del 16% del campione), telecamere (15%), altoparlanti e casse audio (14%) ai primi posti, seguiti da videocitofoni e serrature elettroniche (12%), soluzioni per il riscaldamento (9%), assistenti vocali (8%), lampadine (8%), grandi elettrodomestici (7%) e caldaie (6%).

La casa diventa intelligente perché lo sono sempre più i suoi abitanti, o viceversa, fatto sta che la tecnologia incute sempre meno timore e diventa più facilmente accessibile: cresce infatti il numero di consumatori in grado di installare in autonomia gli oggetti smart acquistati, senza l’aiuto di un professionista (64% dei rispondenti), e capaci di utilizzarne le funzionalità smart (65% del campione).

Tutto merito dell’Intelligenza Artificiale?