25 Aprile 2024
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Anche in Europa è allarme biodiversità

La biodiversità è a rischio ovunque, anche in Europa, dove la UE si batte da anni per la tutela degli ecosistemi naturali e contro il cambiamento climatico. A fotografare le aree in pericolo è un report di Greenpeace

Tempo di lettura: 3 minuti

La natura, si sa, è un importante alleato dell’uomo contro il cambiamento climatico. La sua tutela dovrebbe essere, quindi, una priorità. Eppure, ovunque si registra una crescita continua dell’inquinamento chimico, la distruzione progressiva di foreste e habitat naturali e il diffondersi di un’agricoltura ‘industriale’ che, sempre di più, sta privando il pianeta di risorse critiche per la sua sopravvivenza. E questo sta accadendo purtroppo anche in Europa, nonostante l’Unione Europea si batta da anni contro cambiamento climatico e perdita di biodiversità.

L’istantanea è stata scattata da Greenpeace che, in occasione della giornata dedicata alla biodiversità, ha pubblicato un Rapporto in cui è illustrato con numerosi casi di studio come la natura sia a rischio anche nel nostro continente. Tredici, in particolare, i Paesi presi in esame da Failing nature. How life and biodiversity are destroyed in Europe che, oltre ad Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Romania, Spagna, Svezia, Svizzera e Ungheria, dedica un ampio spazio anche alla situazione italiana. Ad emergere con evidenza sono sempre gli stessi pericoli: agricoltura e pesca intensiva, disboscamenti indiscriminati e progetti infrastrutturali obsoleti.

La situazione italiana

Per quanto riguarda l’Italia, il Rapporto mette in evidenza soprattutto i rischi legati alla distruzione e alla frammentazione degli habitat naturali a causa di un’agricoltura ormai prevalentemente ‘industriale’. Evidenti gli effetti in alcune specifiche aree geografiche. Nella pianura padana, per esempio, l’agricoltura intensiva sta alterando visibilmente il paesaggio, portando a un generale ritiro dei corsi d’acqua e alla perdita di diversità per quanto riguarda piante e specie animali. In generale, si registra poi un uso fuori controllo di pesticidi, e questo nonostante i regolamenti in vigore. Nel 2019 le loro concentrazioni hanno superato i limiti stabiliti nel 25% dei siti monitorati per quanto riguarda le acque superficiali e nel 5% di quelli per le acque sotterranee. Percentuali preoccupanti che, secondo Greenpeace, sono tra l’altro assolutamente sottostimate. Pesanti le conseguenze: in Lombardia l’uso eccessivo di glifosato per le attività agricole intensive sta impattando in modo quasi irreversibile sugli insetti impollinatori, che a causa dei pesticidi stanno scomparendo, mettendo a rischio quantità e varietà dei raccolti.

Biodiversità a rischio dalla Danimarca alla Spagna

In Germania il pericolo maggiore per la biodiversità è rappresentato, invece, dal disboscamento. In questo Paese le attuali normative sembrano essere del tutto inefficaci ad arginare il fenomeno, che continua a ritmi serrati anche all’interno di aree protette come i boschi della Turingia. Il risultato è perdita di biodiversità e minore resilienza durante gli eventi climatici estremi. In Danimarca la costa è, invece, minacciata dagli allevamenti intensivi di bestiame e dall’industria di trasformazione collegata. Le acque stanno morendo: i pesci stanno sparendo e il fondo del mare sta diventando un deserto sottomarino di melma e alghe in decomposizione. Fiordi e acque interne sono sempre più colpite da un progressivo esaurimento di ossigeno. Il disastro è causato dall’inquinamento da azoto, dovuto principalmente alla produzione industriale di carne e latticini. In Spagna la minaccia alla biodiversità è invece dovuta soprattutto all’urbanizzazione, che sta modificando anche habitat naturali protetti come il Mar Menor, la laguna salata più grande d’Europa. A questa area è riconosciuta una particolare importanza ecologica, geologica e ambientale. Qui ha trovato dimora da sempre una ricca biodiversità di uccelli e di specie marine. Una bellezza naturale che nel tempo ha portato la laguna ad essere vittima di un turismo sempre più invasivo e di una cementificazione del tutto sfrenata, con il risultato che oggi gli habitat della laguna sono pesantemente compromessi.

A tutte queste aree europee minacciate se ne vanno ad aggiungere molte altre, che il Rapporto di Greenpeace ha analizzato per spingere ad azioni immediate, andando oltre le semplici parole. “L’Europa deve fare ordine in casa propria se vuole dimostrare una vera leadership globale nella protezione della natura e del clima. I governi europei devono cambiare marcia e accelerare gli sforzi per porre fine alla perdita di biodiversità e di natura” ha dichiarato Federica Ferrario, responsabile campagna agricoltura di Greenpeace Italia: in Europa e in tutto il mondo urge un New Deal per la natura.