25 Aprile 2024
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Abitare nell’era post Covid-19

Le nuove esigenze abitative dettate dalla pandemia globale hanno portato alla nascita di nuovi trend nel mondo del mercato immobiliare: si scelgono case green, con ampi spazi preferibilmente in periferia, meglio ancora se in condivisione.

Tempo di lettura: 4 minuti

Nel corso degli ultimi mesi la casa si è trasformata in uno spazio polivalente: ufficio, palestra, ristorante e persino scuola. La necessità di adattare lo spazio abitativo alle varie esigenze del momento, in particolar modo allo smart working e all’home-schooling (trend destinati a diventare sempre più parte di questa nuova normalità), e la nuova quotidianità fatta di isolamento dentro le mura domestiche, in alcuni casi, hanno portato alla luce i limiti delle abitazioni tradizionali.

Per andare incontro alle nuove abitudini degli inquilini, la perfetta casa del futuro dovrebbe essere caratterizzata da flessibilità, sostenibilità, un contesto ameno e spazi esterni.

Flessibilità degli spazi

Secondo uno studio internazionale della società di consulenza in architettura Dar Al-Handasah, l’ibridazione degli ambienti abitativi potrebbe essere il Leitmotiv dell’architettura del periodo post-pandemico. La struttura dell’abitazione dovrà essere necessariamente flessibile per adattarsi allo stile di vita dei proprietari che vivono la casa a 360°. La divisione degli spazi non dovrebbe più essere statica, ma dovrebbe dare la possibilità di ricostruire e riconvertire gli ambienti ogni volta che ve ne sia la necessità, utilizzando per esempio pareti scorrevoli o altri elementi d’arredo che aiutino a creare nuovi spazi che, al contempo, garantiscano la privacy.

Questo concetto di “abitare flessibile” lo si può ritrovare per esempio nelle strutture abitative del complesso milanese UpTown, realizzate per dare la possibilità ai proprietari di disegnare la propria casa su misura.

Edifici green

La casa vissuta per più ore al giorno comporta inevitabilmente un aumento dei consumi e delle spese. Per andare incontro ai cittadini e all’ambiente, molte città stanno attuando piani di riqualificazione per costruire sempre più edifici green, ovvero progettati, costruiti e gestiti in maniera sostenibile ed efficiente. Tra queste c’è Milano, che conta ben 320 edifici certificati, circa 120 in più rispetto al 2019, secondo la Milano Green City Map, che mostra come Milano sia tra le poche città italiane degne di un vero e proprio Rinascimento green.

Cambio di priorità: scelgo una casa in periferia

Non solo si è sempre più attenti alla salvaguardia dell’ambiente, ma si sta anche riscoprendo il desiderio di passare più tempo all’aria aperta. Secondo una ricerca effettuata da Coldwell Banker Italy, gruppo californiano dell’immobiliare presente in 43 Paesi nel mondo compresa l’Italia, nel Bel Paese si è verificato un aumento di richieste di case campagnacon un incremento medio del 29% rispetto al periodo pre-COVID19. Le province del bresciano e dell’alessandrino sembrano, secondo la ricerca, le più ambite anche per la vicinanza (ma non troppo) ai centri urbani.

Questa tendenza è data dal fatto che si trascorrono molte ore a casa per motivi di lavoro e di studio e quindi si cercano abitazioni vicine a grandi aree verdi, dove è possibile praticare sport all’aria aperta, e a piste ciclabili per muoversi in modo sostenibile. Le esigenze di prima, come per esempio, la vicinanza all’ufficio in città o ai mezzi di trasporto, non sembrano più essere una priorità.

Balconi, terrazzi e giardini: mai più senza

Infine, un altro fattore importante per la scelta della casa sono gli spazi o gli sfoghi all’esterno, a cui è stata data molta importanza nel periodo di lockdown per ovvie ragioni. Difatti, secondo il report di Immobilare.it in collaborazione con Realitycs, azienda specializzata in market intelligence e valutazioni automatiche, la presenza di un balcone o di un terrazzo fa crescere il valore dell’immobile dell’8%. Oggi, così la ricerca Dar Al-Handasah, si è infatti molto più consapevoli circa il valore delle estensioni e ci si prende anche più cura del loro arredo.

Il paradosso del co-housing durante una pandemia

Parlare di co-housing inteso come insieme di complessi abitativi composti da alloggi privati e corredati da ampi spazi comuni, in un momento in cui dobbiamo ridurre necessariamente la socialità, può sembrare un paradosso.
Tuttavia, sembra che proprio questa forma di abitazione potrebbe essere in grado di soddisfare al meglio le esigenze degli inquilini in questo momento. Soprattutto quando si tratta di affrontare il senso di solitudine, di isolamento e di riduzione delle spese, che preoccupano sempre di più le persone in difficoltà in questo periodo.

Secondo Pietro Cobor, responsabile dell’ufficio stampa di Cohousing.it, con questa forma di abitazione si può ottenere un risparmio fino al 10-15% sulla spesa media mensile rispetto a un’abitazione tradizionale.

Si ritiene, infatti, che un modello abitativo di questo tipo possa diffondersi in futuro data anche l’evoluzione della vita in condominio che, negli ultimi mesi, sta diventando sempre più comunitaria. Non a caso sono nati movimenti spontanei per portare la spesa a casa agli anziani e alle persone in difficoltà ed è capitato anche che alcuni inquilini si siano offerti di badare ai figli dei propri dirimpettai smart worker che non sapevamo a chi rivolgersi. Questi e altri esempi sui movimenti di solidarietà che stanno nascendo in questi mesi si possono trovare anche online come per esempio su Condomini Virali. Basta cliccare su una delle regioni della mappa interattiva del sito per scoprire chi nel palazzo, nel quartiere o nella città ha implementato iniziative di solidarietà.

Come sempre, concludiamo con la speranza di riuscire a trarre qualche insegnamento da questo momento di difficoltà e voler ripensare il futuro (questa volta dell’abitare), rendendolo più umano, condiviso e soprattutto green, inteso sia come salvaguardia sia di amore verso il Pianeta che ci ospita.
E se per i nostri lettori più radicali il co-housing non fosse ancora sufficiente, si può sempre buttare il cuore oltre l’ostacolo e optare per una decisione davvero drastica per vivere davvero a completo contatto e in condivisione non con gli umani, ma con la natura…

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